Sono oltre 90mila (dal 1997 ad oggi) i “beni” sequestrati o confiscati dalla magistratura perché attribuiti alle mafie, tra immobili, aziende, beni mobili e attività finanziarie. Quasi il 50% dei beni sottratti ai clan mafiosi si trova in Sicilia, e la maggioranza di questi beni si trovano a Palermo, a Catania e a Trapani. Molti di questi beni sono ancora inutilizzati o abbandonati a se stessi, poco più di 2 mila sono stati destinati e assegnati. E i beni aziendali, quelli rimasti attivi – il 90% di dette imprese ha già cessato attività – dopo la confisca, rischiano di chiudere, massacrando lavoratrici e lavoratori.
Sulla questione dell’utilizzo dei beni confiscati alle mafie e sulla presenza delle mafie nella campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo abbiamo sentito la compagna Viola Carofolo, portavoce nazionale di Potere al Popolo.
– I Beni confiscati alle mafie spesso rischiano di essere gestiti in modo privato dallo stato, da COSA NOSTRA a COSA LORO, insomma. Viola, che fare per impedire questo scempio di beni confiscati, tanti di essi aziende con tante lavoratrici e lavoratori, che perdono il lavoro?
“La confisca non può essere uno strumento puramente repressivo, il bene confiscato deve essere immediatamente rivalorizzato a scopo sociale. Le aziende, una volta che si accerti senza alcun dubbio che siano state “bonificate” da presenze e legami criminali, vanno tenute in piedi, sotto controllo pubblico, perché vanno tutelati i livelli occupazionali. La disoccupazione e la desertificazione produttiva aiutano le mafie più di ogni altra cosa”.
– Rimanendo in tema di mafia. Sappiamo benissimo che mafie fanno da sempre campagna elettorale. Qual’è, secondo te, il livello della presenza delle mafie in questa campagna elettorale?
“Quali soggetti politici hanno fatto o promettono politiche che alleggeriscono i controlli sui capitali, sugli appalti, sui cantieri, sulle catene dei fornitori? Quali soggetti politici hanno consentito o consentiranno lo sfruttamento dei territori per discariche, inceneritori, impianti eolici senza regole, impianti estrattivi o di trasporto dei combustibili, cantieri per infrastrutture inutili? Guardiamo chi ha votato cosa, guardiamo i programmi, lì troveremo le mafie: non con l’arma puntata contro il candidato, né direttamente candidati, spesso non ne hanno bisogno…Insomma, non accusiamo nessuno di essere mafioso senza prove certe. Diciamo solo che le mafie orienteranno i loro voti dove sembrerà loro più conveniente, come tutti i portatori di interessi specifici, legali o meno, criminali o meno”.
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