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Sicilia. Non vogliamo più essere costretti ad emigrare

Pubblichiamo il comunicato inviatoci dal Coordinamento giovani, studenti e precari siciliani sull’adesione alla giornata di mobilitazione nazionale dei lavoratori della scuola proclamata per oggi, venerdì 15 maggio, dall’Usb Pubblico impiego Scuola.

A questo proposito, nel pomeriggio si terrà un’assemblea streaming sui temi principali della mobilitazione (qui il link dell’evento facebook), come la condanna al precariato, la cattiva gestione dei concorsi, gli atavici problemi d’organico e la piaga dell’emigrazione.

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Le politiche neoliberiste portate avanti indistintamente dai governi che si sono succeduti negli ultimi decenni nel campo dell’istruzione, hanno di fatto contribuito ad amplificare il divario già esistente tra nord e sud, intensificando le dinamiche migratorie.

È emblematica infatti la situazione delle e dei migliaia di docenti meridionali, soprattutto donne, esiliate al nord dalla legge 107, la “Buona Scuola” renziana, costrette a rimanere lontane dalla loro terra e dai loro affetti fino alla pensione.

Da quasi cinque anni le docenti meridionali aspettano il ritorno a casa, continuando a sostenere ingenti spese di vitto e alloggio fuori regione e onerose spese di viaggio per ricongiungersi con i propri cari.

Sulla stessa linea di Renzi ha operato la ministra Azzolina, la quale non ha neanche preso in considerazione le esigenze delle esiliate dalla legge 107. Nella migliore delle ipotesi infatti solo pochissime docenti sono riuscite ad avvicinarsi alla propria regione nell’ultimo anno.

Queste politiche non hanno fatto altro che gettare le basi per una nuova questione meridionale, andando ad esasperare il processo di trasferimento della forza lavoro intellettuale da nord a sud, aggravando il contesto già disastrato dell’istruzione siciliana, fatto di pochissime insegnanti a fronte di altissimi livelli di dispersione scolastica.

Di generazione in generazione, abbiamo assistito impotenti alla migrazione di giovani e lavoratori, costretti ad accettare lavori spesso precari o umilianti -alla faccia dello stereotipo del meridionale fannullone- per realizzare i propri sogni lontano dalla terra che si ama ma che spaventa per povertà e condizioni lavorative.

Oggi ci troviamo ad affrontare le conseguenze di un processo di migrazione forzata che ha colpito in maniera trasversale studenti e lavoratori, costretti a partire a causa della mancanza di prospettive, oppure esiliati per mezzo di una legge scellerata, ma ritrovati nella solidarietà ed accomunati dalla lotta per il riscatto di chi vuole restare

Per queste ragioni aderiamo alla mobilitazione per il 15 Maggio lanciata da USB P.I. – Scuola, per chiedere un intervento urgente di trasformazione dell’organico di Fatto in Diritto, che consenta il rientro dei docenti esiliati al nord.

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