Oggi a Catania manifestazione indetta dall’USB Scuola Catania e dal Coordinamento Giovani Studenti Precari Siciliani. Dalle ore 10:30, “per formare un mondo diverso” e “per chiedere la riforma strutturale dell’istruzione”, si svolgerà un presidio in prefettura in concomitanza al presidio nazionale che si terrà davanti al Miur da USB PI Scuola, Rete giovanile Noi Restiamo, OSA-Opposizione Studentesca d’Alternativa.
Durante gli ultimi mesi, il lockdown e la conseguente chiusura delle scuole e delle università ha rimesso al centro dell’attenzione pubblica la situazione drammatica in cui versa l’istruzione siciliana.
Un interesse, questo, che è rimasto a lungo tempo colpevolmente sopito, complice l’indifferenza delle istituzioni regionali e nazionali. Eppure da tempo si andava delineando un quadro di emergenza, costituito da scuole fatiscenti, organici docenti ed ATA tagliati e conseguenti classi pollaio. Il tutto calato in un contesto regionale segnato da altissimi livelli di dispersione scolastica.
Tutto questo non ci trova sorpresi.
La crisi economica e sociale ha inevitabilmente reso più visibili le prerogative del sistema e le sue linee di sfruttamento, che affondano le loro radici in un terreno di coltura fatto di decenni di definanziamento dell’istruzione pubblica e precarizzazione del mondo del lavoro.
Dalla riforma Gelmini alla “Buona Scuola” di Renzi, al cambiare dell’ordine dei governi il risultato è stato sempre lo stesso, ossia il tipico cocktail neoliberista fatto di flessibilità, precarizzazione e aziendalizzazione.
A farne le spese sono stati i giovani del sud, costretti ad emigrare in cerca di una formazione dignitosa -e magari, chissà, un lavoro- negli atenei di serie A del nord, sempre più distanti dalle loro sotto finanziate controparti meridionali. Così come le migliaia di docenti meridionali, spedite al nord dall’algoritmo scellerato introdotto dal governo Renzi; sottratte ad un territorio quanto mai bisognoso.
Le proteste spontanee nate nel mese di Maggio, attorno alla richiesta degli studenti fuori sede di voler tornare nella propria città di origine, a causa di pesanti difficoltà economiche nel pagare affitti, utenze e spese quotidiane, ci portano a ragionare nuovamente sulle cause del fenomeno della fuga di giovani e lavoratori da tutto il Mezzogiorno: una fuga che può essere interrotta solo intervenendo contro la flessibilizzazione del mercato del lavoro e favorendo l’omogeneità del diritto allo studio.
Di fronte all’emergenza del Covid-19, il governo e il ministro Manfredi non fanno altro che parlare di riformare l’istruzione secondo i dogmi confindustriali, mentre la ministra Azzolina ci parla di uno scenario distopico fatto di pareti in plexiglas e riduzione dell’unità oraria a 40 minuti. Il tutto condito da una generale adorazione della discriminatoria didattica a distanza come unico orizzonte possibile.
Tali posizioni rivelano una sordità strutturale alle evidenze portate dalla crisi: un’istruzione che garantisca un diritto allo studio universale è possibile solo tramite investimenti strutturali su organici ed edilizia pubblica!
Come Coordinamento giovani, studenti e precari siciliano e USB P.I. Scuola Catania, il giorno 10 Giugno, in contemporanea al presidio nazionale organizzato davanti al Miur da USB PI Scuola, Rete giovanile Noi Restiamo, OSA-Opposizione Studentesca d’Alternativa, saremo in presidio a Catania, davanti alla prefettura, per chiedere una riforma strutturale dell’istruzione.
NO alla DAD
- Rientro dei docenti esiliati e immobilizzati
- Full-time per tutti gli ex LSU ATA
- Assunzione dei precari con 36 mesi di servizio
- Investimento pubblico sulla Scuola Pubblica Statale
- Scuole in sicurezza
COSTRUIAMO IL NOSTRO DOPO E FORMIAMO INSIEME UN MONDO DIVERSO
– Coordinamento Giovani Studenti Precari Siciliani
– USB PI Scuola Catania
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