Contro la precarizzazione del lavoro e della vita. Contro il lavoro “volontario”.
Promuovere e sostenere le lotte per la stabilizzazione di tutti i precari e la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario. Venerdì 1 dicembre presidio a Pisa ore 10,30 piazza Martiri della Libertà (S.Caterina)
Chiamiamo i lavoratori, i precari, i richiedenti asilo, i disoccupati a partecipare al presidio che si svolgerà il prossimo venerdì 1 dicembre a Pisa in Piazza Martiri della Libertà, di fronte alla Scuola Superiore S.Anna di Pisa, che vedrà la presenza sia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante delle politiche degli ultimi governi, sia la Ministra all’Istruzione Valeria Fedeli (ex dirigente cgil), che sta applicando alla lettera la cosiddetta” “buona scuola” e tutte le politiche di distruzione sistematica del sistema pubblico di istruzione e formazione.
Per chiedere al Presidente della Repubblica Mattarella e alla Ministra dell’Istruzione Fedeli la fine immediata delle politiche di austerità, l’abolizione del jobs Act e il ripristino dell’Art. 18, l’abolizione di ogni forma di lavoro precario e gratuito, l’abolizione delle agenzie interinali e rilancio del sistema di collocamento pubblico, la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario, la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari nel settore privato e nel pubblico impiego.
L’Unione Europea, attraverso Trattati, Direttive, Indicazioni ha imposto un “sentiero obbligato” a tutti i paesi che compongono questa vera e propria gabbia istituzionale nella quale siamo rinchiusi. Ogni qualvolta un paese “sfora” dai parametri imposti scattano sanzioni economiche, condite da fortissime pressioni politiche quando non da vere e proprie ritorsioni finanziarie, come è accaduto alla Grecia e alla piccola Cipro.
I Governi che si sono succeduti in questi anni hanno eseguito gli ordini, condannando milioni di lavoratori, giovani, donne, migranti al ricatto del lavoro precario e di quello “volontario”, inaugurato dal vergognoso accordo del 2013 tra Expo 2015 Spa e cgil cisl uil, per l’utilizzo di 18.500 lavoratori non pagati.
Il governo Renzi/Gentiloni ha portato avanti queste politiche, attraverso l’approvazione del Jobs Act, l’abolizione dell’Art. 18 e la realizzazione dei piani di distruzione del sistema pensionistico e di welfare indicate dalla lettera del 5.8.2011 da Draghi e Trichet.
La Legge di Stabilità in discussione in questi giorni non si discosta di una virgola da questi orientamenti. Al netto delle “mance elettorali”, le risorse sono orientate solo verso le classi agiate e non al mondo del lavoro, con il capitolo della stabilizzazione di migliaia di precari che rischia di chiudersi con una manciata di assunzioni.
Nonostante queste ulteriori politiche di “lacrime e sangue”, il Presidente della Commissione Europea Katainen ha inviato una lettera di minacce all’esecutivo Gentiloni indicando una ulteriore stretta a maggio 2018.
La lotta dei precari del CNR di Pisa ha rimesso al centro dell’attenzione pubblica la piaga sociale del precariato, che pervade ogni ambito produttivo, dei servizi e della pubblica amministrazione.
Anche Pisa e la provincia non sfugge alla piaga sociale della precarietà, trasformatasi in “normalità” per la vita di migliaia di lavoratori e lavoratrici. Il Comune di Pisa e le società “partecipate” (di cui il Comune detiene la quote e i cui vertici sono nominati direttamente dal sindaco Filippeschi) come SEPI, Navicelli Spa, Pisamo, le aziende addette all’Igiene Urbana, Acque usano a piene mani il lavoro precario.Il sistema sanitario regionale del Presidente Rossi ha riempito ospedali, cliniche, laboratori e uffici di medici, infermieri, OSS, amministrativi precari.I Vigili del Fuoco anche a Pisa contano decine di lavoratori precari tra le proprie file, a fronte di una gravissima carenza di organico a garanzia delle popolazioni. Che dire poi dei tanti precari che contribuiscono a far funzionare l’Università e i centri di “alta” formazione? Se poi giriamo nei grandi e piccoli centri commerciali, ristoranti, negozi e botteghe (da Ikea alle boutique del centro) troveremo altre centinaia di giovani e meno giovani sotto il ricatto di contratti “a tempo” e tirocini fasulli, alle volte non pagati. Infine, l’altra piaga chiamata “lavoro volontario” che nasconde – per italiani e richiedenti asilo – il ricatto e la speranza di un posto di lavoro futuro.
La maledizione del lavoro precario e da alcuni anni addirittura del lavoro gratuito non sono un prodotto spontaneo, ma discendono direttamente da precise politiche economiche, imposte dall’Unione Europea a tutti i governi nazionali che compongono questa vera e propria gabbia per i popoli del continente.
In ogni norma contrattuale, nazionale e locale, si trova la lunga mano dei trattati, delle disposizioni e delle indicazioni della Commissione Europea, che ha snaturato la stessa Costituzione, con l’introduzione dell’Art. 81 che impone il pareggio di bilancio per ogni attività economica dello Stato.
Lottare contro il precariato significa quindi scontrarsi con una concezione della società e dell’economia improntata ad una “austerità a senso unico”, imposta dalla cosiddetta “Troika europea” ed eseguite indistintamente da governi di centro – destra – sinistra, che colpisce solo il mondo del lavoro e le classi popolari, alle quali ogni giorno quelle politiche sottraggono immense risorse economiche.
La Piattaforma Sociale Eurostop si pone al fianco dei precari del CNR in lotta e di tutti i lavoratori che si stanno organizzando contro precarietà e gratuità del lavoro. Alle vertenze sindacali e sociali occorre affiancare un progetto politico di rottura delle leggi e regole che imprigionano milioni di lavoratori ad una condizione di minorità e sfruttamento, contrapponendo un progetto di società dove le immense risorse prodotte dal lavoro siano utilizzate per le maggioranze e non per infime minoranze di super ricchi com’è adesso, con il salvataggio di banche e finanziarie, per le industrie delle armi, per le imprese e le multinazionali che licenziano, precarizzano, privatizzando i profitti e socializzando le perdite.
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