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Maremma. Stati generali Anpi: noi non ci saremo

L’ANPI provinciale ha convocato un evento cittadino che si propone di lanciare un “Manifesto dell’antifascismo maremmano”.

Contrariamente a quanto successo a settembre, questa volta l’ANPI ci ha fatto recapitare un invito.

Ci saremmo quasi stupiti di una tale apertura di prospettive, se non fosse che da tale incontro, nella realtà dei fatti, eravamo già stati esclusi. Se non esclusi fisicamente, quantomeno lo siamo stati dalla possibilità di portare un contributo libero e coerente con quella che è la nostra linea politica, teorica e prassìstica.

Basta leggere il documento diffuso dall’ANPI ‘Stati Generali dell’Antifascismo’ per capire a cosa ci riferiamo. Un invito fittizio e di facciata, che maschera con la chiamata all’unione una chiara volontà politica di silenziare quelle voci ‘scomode’ dell’Antifascismo grossetano che si dichiarano Anticapitaliste, e di disciplinarne le pratiche in nome di una presunta ‘coerenza’ politica. Limitando la partecipazione ad una serie di condizionalità inderogabili, l’ANPI allo stesso tempo definisce l’arco politico ‘ammesso’ a salire sulla carrozza degli Stati Generali e finisce per negare lo scopo medesimo della chiamata all’unità.

Di seguito, procediamo a spiegare brevemente i motivi per cui Maremma Antifa NON sarà presente agli Stati Generali dell’Antifascismo grossetano.

Noi non ci saremo, perché il nostro Antifascismo è anticapitalista. Al cuore della nostra soggettività politica ci sono l’analisi e la prassi di un antifascismo di classe e rivoluzionario, che ha come scopo non solo quello di bloccare i rigurgiti del neofascismo contemporaneo, ma di distruggere alla radice il vero problema: il capitale e il suo ordine sociale/sistema di dominio. Il neofascismo è il sottoprodotto dell’attuale fase socioeconomica in cui il nostro ordine sociale, il capitalismo in crisi, ha bisogno di riconfigurarsi per sopravvivere. Tale riconfigurazione sta avvenendo in senso nazionalista, autoritario, sessista e imperialista. La democrazia non riesce a dare risposte concrete perché è diventata strumento di leader e partiti neoliberisti, di destra e di sinistra, per promuovere politiche che hanno precarizzato, frammentato e indebolito la classe lavoratrice, eroso i sistemi di welfare statale e familiare, e distrutto ogni opportunità di mobilità sociale, condannando i giovani a percorsi educativi schiavi del mercato e ad un futuro senza prospettive. Questa politica dei personalismi e degli interessi ha sottratto sistematicamente al popolo ogni spazio democratico, dai luoghi di lavoro, alle piazze, alle scuole, alle cabine elettorali, svuotando, di fatto, la democrazia del suo principale ingrediente: il potere popolare.

Noi non ci saremo, perché non crediamo in un antifascismo meramente ‘etico e dei valori’. Siamo convinti che l’Antifascismo, per essere ‘coerente’, non possa prescindere dalla sua dimensione politica e sociale: non esiste Antifascismo senza Anticapitalismo, Antirazzismo, Transfemminismo e Anti-imperialismo. Il nostro Antifascismo vuole porsi in primis come strumento di riscatto e di lotta sociale ‘per e a fianco di’ tutti quei soggetti e soggettività emarginate, impoverite e sfruttate dall’attuale sistema socioeconomico e politico.

Noi non ci saremo, perché rifiutiamo l’idea di un ‘antifascismo del consenso’, comodo solo a far ricompattare il ceto politico di una sinistra democratica che ha tradito il contratto sociale storico con la sua base, e ha contribuito all’imbarbarimento antidemocratico del nostro Paese.

Noi non ci saremo perché l’antifascismo che s’intende costruire in quest’occasione dichiara di volersi svolgere come dibattito libero, ma sarà presieduto dal segretario della CGIL, proprio quell’organizzazione sindacale che ha il ruolo di protagonista nella totale precarizzazione, repressione ed imbarbarimento del blocco sociale a cui ci rivolgiamo.

Noi non ci saremo perché riteniamo totalmente antidemocratico far presiedere un evento sull’antifascismo una qualsiasi organizzazione sindacale o politica, nella più esplicita logica neocorporativa. Siamo contro il corporativismo, come quello che regge le fila del sistema UE, una delle principali macchine antioperaie del capitalismo odierno. Un’UE rappresentata in Italia dal Partito Democratico: il partito dei sacrifici a tutti i costi, del “non ci sono i soldi”, dei manganelli di Minniti, degli accordi con i tagliagole libici, della Buona Scuola, del Jobs Act, della repressione spacciata come decoro.

Non vogliamo essere complici del progetto politico che questa sinistra porta avanti da anni a livello nazionale ed europeo. Non è certo sufficiente ripulirsi l’immagine con volti da “brave persone” per cancellare la barbarie di cui quest’ala partitica e delle organizzazioni di sinistra si è macchiata negli ultimi 10 anni. La stessa sinistra che si scopre agnello quando è all’opposizione, e si fa lupo quando è al governo. Tutto ciò nella cornice di un’UE bonaria, garante della pace e della solidarietà, che dispensa lezioni di democrazia mentre massacra i gilet gialli; che strizza l’occhio all’ecologismo mentre è intenta a distruggere la Val Susa; che boccia il fascismo in Parlamento e al contempo sostiene e finanzia i nazisti in Ucraina o i dittatori come Erdogán in Turchia; che promuove i diritti umani, ma li va ad esportare con i carri armati e le bombe in Africa e in Medioriente; che si dice “dei popoli”, ma legittima i più violenti interventi della Guardia Civíl nel reprimere l’autodeterminazione del popolo catalano. Non ci saremo, perché il vostro silenzio di fronte a tutta questa incoerenza è di un’ipocrisia assordante.

Noi non ci saremo perché un antifascismo reale, sostanziale, non ha bisogno di manifesti, bensì di analisi e prassi quotidiane, basate su un approccio militante in grado di arginare i rigurgiti neofascisti, razzisti e sessisti nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei bar e nelle nostre case. Quell’approccio militante che solo nell’ultima stagione è riuscito a portare in piazza decine di migliaia di persone per una serie di questioni cruciali: dalle manifestazioni contro il razzismo ai cortei per le nazionalizzazioni, dagli scioperi per l’ambiente allo stato di agitazione permanente indetto da Non Una di Meno, culminato nello sciopero globale dell’8 marzo che ha visto milioni di persone nelle strade di centinaia di città in 4 continenti diversi. Una serie di realtà sempre più convergenti sotto il profilo delle richieste, il cui punto cardine è rappresentato dall’esigenza di una proposta anticapitalista. Movimenti di massa, piazze colme eppure invisibili, non pervenute nelle pagine che introducono la vostra kermesse antifascista. Maremma Antifa rivendica la giustizia sociale e opera al fine di costruire percorsi dal basso affinché gli ultimi possano riscattarsi dal giogo cui sono costretti.

Noi non ci saremo perché non esiste Antifascismo senza solidarietà. Ricordiamo bene il trattamento riservatoci l’8 settembre scorso: dalla comparazione dei numeri in piazza, che per l’ANPI grossetano è risultata fondamentale (portando i numeri forniti dalla questura per il nostro corteo, e quelli del servizio d’ordine CGIL per il loro presidio), al terrorismo fatto dallo stesso riguardo alla nostra manifestazione, andando a diffondere false voci di scontri in atto nel nostro corteo.

Noi non ci saremo, perché non abbiamo sentito una parola di sostegno dall’ANPI e dalla sua compagnia. Non una parola riguardo alla repressione che abbiamo subito dalla Polizia di Stato o alle parole del Sindaco nei nostri riguardi. Noi non ci saremo, perché non abbiamo ricevuto neppure un minimo segnale di solidarietà da parte vostra, persino quando ci siamo opposti con decisione al processo di revisionismo in atto a livello amministrativo, sanzionando e chiudendo simbolicamente il Comune.

Noi non ci saremo, perché il nostro antifascismo è culturale, sociale e militante.

Il 29 marzo presenteremo un importante libro d’inchiesta sui fascisti del terzo millennio, mentre il 30 saremo a Verona a manifestare contro il Congresso della Famiglia, ritrovo di un manipolo di catto-fascisti. Due appuntamenti a cui invitiamo tutte e tutti.

Citando le compagne e i compagni del Centro di Solidarietà Internazionalista Alta Maremma, anche noi siamo convinti che “più che un contrasto del fascismo in modo trasversale, crediamo sia necessario contrastare la trasversalità del fascismo”.

Per concludere: noi non ci saremo, ma auguriamo fortemente all’ANPI di prendere coscienza e riuscire, dall’alto della storia che rappresenta, a comprendere il fatto che parlare di antifascismo con quella sinistra da sempre complice del padronato e dell’imperialismo sia decisamente fuori dalla realtà.

Saluti.

 

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