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Turismo/Dannazione. Airbnb “porta ricchezza”. A chi? Il caso di Firenze

E’ uscita una ricerca promossa dalla piattaforma stessa sulla ricchezza che Airbnb porta al nostro paese. Secondo questa ricerca, Airbnb, tra introiti accumulati dai proprietari di case e la spesa dei turisti tra bar, ristoranti, attrazioni etc., farebbe fruttare a Firenze circa 445 milioni di euro annui.

Bene, ma a chi va questa ricchezza?

1) agli speculatori. Secondo una ricerca dell’Università di Siena, gli appartamenti messi in affitto sulla piattaforma appartengono per la maggior parte ad una manciata di proprietari, i cosiddetti “host”, che concentrano nelle loro mani centinaia di appartamenti. Ciò vuol dire che quella degli affitti a breve termine è ormai una speculazione vera e propria dei pochi ai danni dei molti;
qui il link alla ricerca: https://tinyurl.com/yy3u57pz

2) ai proprietari delle attività turistiche, ma non di certo ai lavoratori . L’Ispettorato del Lavoro ha calcolato che, nella sola provincia di Firenze, l’evasione contributiva è aumentata del 350% dal 2016. A farla da padrone, guarda caso, il settore del turismo. Vuol dire che la ricchezza accumulata dai proprietari non viene redistribuita ai lavoratori, che sono invece sempre più precari e sottopagati.
qui i dati: https://tinyurl.com/y4bdu3vt

3) alla rendita fondiaria. L’aumento degli affitti a breve termine ha causato una diminuzione dell’offerta per affitti a lungo termine (quelli verso cui si dirigono sia gli studenti, sia i giovani in cerca di autonomia dai genitori). In breve: gli affitti volano alle stelle, trainando anche il valore degli immobili in vendita, e questo favorisce sia gli investitori, sia i grandi proprietari di case (principalmente finanziarie e banche) che grazie all’aumento del turismo fanno affari d’oro.
qui un prospetto sul prezzo delle case: https://tinyurl.com/yyr3dy2a

SE LA RICCHEZZA E’ NELLE MANI DI POCHI, COSA OCCORRE FARE PER REDISTRIBUIRLA?

Nel nostro programma per le amministrative, (che trovate a questo link: https://tinyurl.com/yy6xkaue), abbiamo tratteggiato alcune possibili soluzioni.

1) Una tassazione per host e per zona: non è possibile che la città, e in particolare il centro storico, divengano un parco giochi per speculatori. Pretendiamo che i controlli che regione e comune stanno conducendo siano finalizzati alla riduzione del numero di appartamenti per host, senza per questo punire chi, in possesso di una sola casa, la affitta ai turisti per arrotondare lo stipendio. Per questo a un livello di tassazione minimo (host con un solo appartamento), deve seguire un regime più severo (host con due o tre appartamenti) e soprattutto il divieto di immettere sul mercato più di 3 appartamenti! Bisogna inoltre favorire la distribuzione equa degli appartamenti affittati su piattaforma prevedendo delle fasce di tassazione decrescenti dal centro verso la periferia;

2) più controlli e pene più severe per chi assume a nero! Il comune può stipulare un protocollo di intesa con l’Ispettorato del lavoro e punire, ad esempio togliendo loro il permesso per il suolo pubblico, quei proprietari che assumono a nero ed evadono i contratti nazionali!

3) Più case popolari! Sia il centro sia la periferia sono pieni di contenitori vuoti. Quelli pubblici possono essere rilevati immediatamente dal comune e utilizzati per farne delle case popolari o servizi alla residenza. Quelli appartenenti a grossi proprietari possono essere sottoposti ad una forte tassazione in modo da forzarli a immetterli sul mercato, e in alcuni casi requisiti per farne case popolari. In questo modo si costringerebbe il prezzo degli affitti a seguire una dinamica discendente.

 

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