Lo sgombero del Galeone Occupato di Pisa è un altro tassello che si aggiunge ad un mosaico sempre più grande, a disegnare un progetto di normalizzazione autoritario perseguito da anni in tutto il paese, da governi di centro sinistra e di centro destra.
La cosiddetta “svolta” repressiva imposta dal governo gialloverde, attraverso il decreto sicurezza ed ora con il suo “bis” in fase di approvazione, è solo la punta dell’iceberg di un clima securitario creato ad arte in oltre 30 anni di politiche repressive bipartisan, di cui la legge Minniti – Orlando è stato l’ultimo lascito del governo PD Gentiloni.
Centinaia sono gli sgomberi messi in cantiere dall’attuale governo per i prossimi mesi, che colpiranno indistintamente centri sociali, occupazioni abitative, luoghi di soccorso per richiedenti asilo, spazi pubblici resi di nuovo agibili e disponibili alle cittadinanze dopo decenni di abbandono, da parte di speculatori interessati all’aumento dei propri profitti, ma anche di amministrazioni pubbliche compiacenti, impegnate nella svendita dell’immenso patrimonio immobiliare costruito con i soldi di chi paga le tasse.
Il plauso alle forze dell’ordine da parte degli esponenti della Lega locale per lo sgombero del Galeone fa il paio con il silenzio complice del PD, impegnato in questi mesi nell’impossibile tentativo di ricostruirsi una verginità, dopo le politiche razziste e antipopolari della precedente Giunta Filippeschi e dei governi nazionali.
A noi la parola per esprimere solidarietà agli occupanti del Galeone Occupato, coscienti del fatto che siamo tutti “sulla stessa barca”. Peggio, ognuno su un proprio, piccolo galeone esposto alla tempesta, generata da una crisi economica senza eguali nella storia del capitalismo, che determina le politiche repressive alle quali stiamo assistendo, attraverso governi guidati da una Unione Europea che indica la strada della normalizzazione autoritaria. Nel nostro paese, grazie alle politiche della cosiddetta “sinistra”, la pillola non è lubrificata neppure dalla vasellina dei “diritti civili”.
Abbiamo a che fare con un governo di estrema destra, che usa a piene mani la retorica reazionaria contro poveri, immigrati, sovversivi, anarchici, comunisti, ma soprattutto contro chi si batte in maniera intransigente per la difesa dei propri diritti sociali e sul lavoro.
I margini del consenso dei precedenti e degli attuali governanti sono strettissimi, perché tutti debbono fare i conti con la crisi di un modello economico e sociale che non funziona più. Ieri Gentiloni, oggi Salvini/Di Maio, devono rispondere ai bisogni di milioni di persone che chiedono lavoro e salari degni, sanità, pensioni, trasporti, educazione, casa. Il grande lavorio di “distrazione di massa” usato a piene mani da leghisti e reazionari sta per giungere ai propri limiti, per questo si attrezzano a colpire preventivamente la rabbia che cresce nei settori popolari, dandogli in pasto i più poveri tra i poveri e stilando leggi antisciopero.
Per affrontare questa tempesta in arrivo occorrerebbe una grande corazzata e non tanti piccoli galeoni. Noi non siamo adusi ad agitare genericamente la parola d’ordine dell’unità, tantomeno con la “sinistra”. L’unità tra i rivoluzionari si costruirà nel conflitto sociale, fianco a fianco con gli sfruttati. Dovremo riuscire, tra i marosi in tempesta, a creare una massa critica sufficiente per rovesciare queste politiche reazionarie, altrimenti ci aspettano altri anni di barbarie.
Potere al Popolo! è impegnata a costruire questo tipo di unità, a Pisa e nel paese.
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