“Il ricordo di quei giorni, sempre uniti ci vedrà”
Ancora antifascisti/e, ancora a Fontesanta!
Appello dei famigliari,dei figli e delle figlie, ai nipoti ed ai compagni e le compagne della Brigata Sinigaglia
Non si contano più, ormai, le volte che siamo saliti a Fontesanta. Prima il “pranzo dei partigiani”, quelli che in quei boschi c’erano stati nell’estate ’44, e che in quel luogo avevano deciso di ritrovarsi insieme, sin da subito, con un piatto di pasta e un bicchiere di vino, spontaneamente, senza bisogno di ufficiali celebrazioni o ricorrenze. Poi il ritrovo della Brigata si allarga. Si allargano le famiglie, compagne, compagni, mogli e mariti, e poi figli e poi nipoti, ma anno dopo anno si allarga e si trasmette anche quella necessità e quella voglia di rivivere e tramandare ciò che sotto quel cielo stellato e quei castagni, da giovani, giovanissimi, i partigiani avevano imparato. E vengono le camminate collettive nei sentieri che furono dei partigiani, i canti che si tramandano di bocca in bocca, le griglie che si accendono, le discussioni dopo le presentazioni dei libri, la tende nel bosco montate dai più giovani già dalla sera prima..
Fontesanta, l’ultimo approdo prima di scendere in Firenze, le ultime battaglie, gli ultimi compagni caduti, le ultime notti nel bosco prima dell’Insurrezione. Fu quello il luogo che la Brigata scelse per ritrovarsi. Era la voglia di stare insieme, con quello spirito di condivisione che proprio lassù in quei boschi avevano realmente conosciuto.
Condivisione dunque, quella della paura, del rischiare tutto, quella che si impara quando non si ha più niente da perdere. Quella che si impara quando arrivati “nì bosco” la prima cosa che si lascia sono i documenti e i pochi soldi in tasca. E si impara a condividere tutto, l’egoismo lascia il campo al senso di fratellanza, la solitudine a quello di comunità, la paura si trasforma in forza collettiva e solidarietà. E ad insegnarlo ai giovanissimi ragazzi -per lo più dei quartieri sud della città, Rovezzano, Sorgane, Gavinana – sono proprio “i più grandi”, quelli che il fascismo lo avevano visto imporsi a suon di retate, manganelli, incendi e torture. Quelli che lo avevano affrontato a viso aperto nel ’21. Quelli che avevano pagato il prezzo più alto del regime. Quelli che in Brigata divennero i “commissari politici”, che nel bosco erano i primi a partire per i turni di guardia e gli ultimi a concedersi la pausa col poco rancio che c’era, e che nelle galere, nei campi di lavoro, nel confino fascista avevano creato il collettivo, quei momenti di discussione, confronto, quella università popolare che sarà la linfa delle brigate che si uniranno nei boschi e nelle cellule clandestine in città durante la Resistenza.
E che dovevano essere il seme di una nuova società tutta da liberare prima, tutta da costruire poi.
Un’idea che si trasmette di generazione in generazione, dunque, quell’idea che è fatta di realtà concreta, di scelte, di responsabilità, di volontà.
Crediamo che oggi, una di queste responsabilità sia tener vivo ciò che Fontesanta significava per la Brigata. Che spetti ad ognuno di noi, a prescindere dai legami di sangue o affettivi con quei “ragazzi” che oggi non ci sono più, che quel luogo e quei momenti diventino propri di chiunque si senta Partigiano. Che poi significa prendere parte, fare delle scelte, appunto, non rimanere indifferenti e non voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie di un presente che -senza troppi giri di parole- è ben lontano dal mondo che sognavano di conquistare i nostri partigiani.
Che il pranzo della Brigata si ripeta, dunque, che si rinnovi. Che il bosco di Fontesanta si riempia ancora di donne e uomini che si sentono parte di quella stessa storia, accomunate da quella stessa idea, che ancora unisce le generazioni. Abbiamo pensato ad un momento di confronto prima del consueto pranzo, perché insieme si possa condividere i ricordi, le emozioni, le storie di una memoria di ieri, ma che crediamo sempre più necessaria per l’esempio e le sfide di oggi.
Perché quel filo non si spezzi, perché il testimone si tramandi, perché l’impegno si rinnovi.
Farlo adesso, tocca davvero a noi. Per gridare ancora “BRIGATA SINIGAGLIA, PRESENTE!”
Per scegliere di essere ancora, ognuno/a come può, partigiani del nostro tempo.
Ci vediamo a Fontesanta il 12 e il 13 settembre!
Fontesanta 2020 – ieri partigiani/e, oggi antifascisti/e!
– I Giulio Consigli, Partigiano della Brigata,;
– Lorenzo Sgherri, figlio del Partigiano “Moro”
– Andrea Citano, figlio del Partigiano “Sugo”
– Elisa Citano, nipote del Partigiano “Sugo”
– Stefano Donnini, figlio del Partigiano “Otto”
– Carlo Gracci, figlio del Comandante Partigiano “Gracco”
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