Non ci sono più parole per esprimere il dolore che di nuovo ci pervade nell’apprendere l’ennesima notizia di un omicidio sul lavoro. Perché di questo si tratta! Luana, una giovane mamma di appena 22 anni è stata uccisa in una fabbrica tessile a Montemurlo, ed ancora una volta in Toscana siamo costretti ad adeguare un conteggio che mai vorremmo aggiornare. In tutto il paese dall’inizio dell’anno coloro che non hanno fatto più ritorno a casa dal posto di lavoro sono ben 285. Le famiglie di tante, troppe donne, giovani, anziani, di varie nazionalità e provenienza piangono i loro cari e Potere al Popolo a Pisa si stringe a loro ed in questo triste momento esprime la propria vicinanza in special modo a quella di Luana, che lascia un bambino di appena 5 anni.
Ma anche questo ennesimo grave lutto ha delle responsabilità ben precise e ricade principalmente sulle spalle di chi in questi mesi di pandemia ha continuato a ripeterci che sarebbe andato tutto bene. I numeri delle morti sul lavoro dovute al contagio da Covid 19 sono 499 le vittime rilevate da gennaio 2020 a febbraio 202, di cui 15 in Toscana (Dati INAIL).
Negli anni l’INAlL ha certificato il costante aumento di questo triste fenomeno che caratterizza il nostro sistema produttivo ma dall’inizio della pandemia il numero dei morti sul lavoro è addirittura aumentato.
Mentre da un lato chiudevano teatri, piazze e piccole imprese e ci chiedevano di stare in casa mettendo in ginocchio intere categorie produttive e migliaia di famiglie, dall’altro le grandi fabbriche, la logistica, la grande distribuzione non si sono mai fermate ma anzi è vieppiù aumentato il grado di sfruttamento dei lavoratori costretti spesso a ritmi produttivi più elevati con garanzie e tutele sempre minori.
Ed anche la tragica farsa delle riaperture “ragionate” grazie ad una tanto decantata campagna vaccinale spesso grottesca e inadeguata, nasconde in realtà sempre lo stesso slogan: produci, consuma, crepa, sulla scorta delle politiche e diktat del vero padrone di cui Draghi è l’ennesimo esecutore, ovvero l’Unione Europea.
Potere al Popolo rimane anche sgomenta rispetto alle tante voci che oggi si sono levate per denunciare questo tragico “incidente”. Capiamo purtroppo che il presidente Giani negli ultimi tempi era più occupato a cercare consensi tra le concerie in barba ai lavoratori di quelle aziende e ancora di più chiediamo ai sindacati confederali – che oggi si dicono “arrabbiati”- dov’erano in questi anni in cui hanno continuato a firmare contratti a perdere con tutele e diritti dei lavoratori sempre peggiori.
Le parole non bastano: da un lato ancora di più bisogna assolutamente che il Parlamento legiferi introducendo il reato di “omicidio sul lavoro” ma è anche il momento in cui lavoratori, disoccupati, migranti, pensionati comprendano che non è più differibile l’idea di rompere con queste compatibilità, con le logiche di un sistema che ci sta riportando indietro di cento anni.
Cambiare si deve e si può e le lacrime di dolore devono tramutarsi in rabbia costruttiva per costruire un sistema più giusto che guardi al socialismo del XXI secolo come unico sistema che può ridare dignità alle classi sociali subalterne. Ma l’ultimo pensiero oggi deve essere rivolto a quel bambino rimasto solo e a cui ci stringiamo idealmente dando il nostro ultimo saluto alla sua mamma Luana.
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