In questi giorni un nostro compagno ha ricevuto dalla questura di Pisa la notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari per il reato di “accensione di fumogeno”, come emergerebbe da un circostanziato dossier inviato alla locale Procura della Repubblica, nel quale si suggeriva – peraltro anche a carico di altri – l’imputazione di vilipendio alla bandiera di un altro Stato estero, Israele.
I fatti descritti sarebbero accaduti durante la mobilitazione nazionale dello scorso 1 dicembre contro la catena Carrefour, che approvvigiona l’esercito Israeliano e che contribuisce a finanziare l’occupazione israeliana della Palestina, investendo direttamente nell’espansione delle colonie.
In quella giornata il Coordinamento pisano per il boicottaggio di Israele tenne un presidio di fronte al Carrefour di Via San Martino, determinandone la chiusura.
Un provvedimento che si inserisce nella più generale stretta repressiva in atto nel paese e in tutto il continente europeo contro le mobilitazioni pro Palestina, repressione che in Italia ha toccato un picco lo scorso 27 gennaio per la giornata della memoria, quando si è tentato di vietare le manifestazioni in solidarietà con la resistenza palestinese, che si batte contro il quotidiano genocidio di palestinesi da parte dell’esercito israeliano.
Un massacro che vede l’attiva complicità del Governo Meloni e delle false opposizioni, a braccetto con gli alleati europei, statunitensi e NATO.
La libertà di espressione e di manifestazione del dissenso, fondamento di ogni democrazia che si voglia chiamare tale, sono sempre più messe in discussione dalle nostre classi “dirigenti”, di “sinistra” e di destra. Lo si è visto in questi anni di guerra in Ucraina, con la criminalizzazione di chi si è opposto e si oppone all’invio di armi ai battaglioni nazisti che difendono un governo corrotto e servo dell’Occidente.
Oggi la repressione si prepara a coprire e legittimare l’invio di navi italiane nel mar rosso alla guida dell’operazione “Aspide” – con l’assenso delle false opposizioni parlamentari – al fianco di USA, UK, Germania e Francia, per difendere la “libera circolazione” verso Israele.
Invece di fermare la mano assassina dei sionisti, che bloccherebbe immediatamente il boicottaggio contro Israele del governo dello Yemen, si preferisce gettare altra benzina sul fuoco del conflitto in Medio Oriente.
Le denunce non fermeranno le manifestazioni in solidarietà con la resistenza del Popolo palestinese e contro le guerre di aggressione imperialiste.
Lo stato genocida di Israele non riuscirà a sconfiggere la lotta di liberazione del Popolo palestinese.
Nei prossimi giorni rilanceremo la campagna di boicottaggio di Israele, a cominciare da venerdì 9 febbraio contro TEVA, multinazionale farmaceutica israeliana.
La repressione non fermerà la solidarietà con la Resistenza palestinese e contro la guerra.
CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA!
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