Sabato la ministra dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini è stata fermamente contestata a Pisa, città che ha registrato in questi mesi lo sviluppo di un potente movimento di solidarietà al fianco della Resistenza palestinese, che vede nella contestazione delle politiche dell’Università e dei centri di ricerca un focus centrale.
I rapporti tra l’accademia italiana con quella israeliana attraverso il MAECI, così come la ricerca (CNR) con il sistema militare industriale sionista sono ben noti.
Su questo terreno l’esperienza italiana possiamo dire abbia fatto scuola a livello occidentale, con centinaia di università bloccate da tendate che stanno mettendo in difficoltà governi ed autorità istituzionali negli Stati Uniti, in Francia, Inghilterra, Belgio, Messico, Canada e in altri paesi.
Di nuovo, la Resistenza di un popolo indomito come quello palestinese, così come accadde nella seconda metà del secolo scorso grazie ad altre lotte anticoloniali (Cuba, Algeria, Vietnam, Mozambico, Angola in primis) ha innescato un incendio che evidentemente covava sotto le ceneri di un malessere sociale profondo, a causa di politiche economiche recessive e antipopolari indotte dalla crisi sistemica nella quale si dibatte il capitalismo.
I motivi di contestazione di una ministra reazionaria come la Bernini sono molteplici e profondamente radicati nelle lotte studentesche di questi anni, ben prima dell’avvento dei fascisti al governo del paese.
Le scelte di una classe dominante bipartisan nel settore della formazione e della ricerca sono ben note: le direttive dell’Unione Europea orientano tutti i governi continentali a piegare scuole e università alle logiche del mercato e del sistema militare industriale, politiche imposte attraverso un uso sempre più massiccio delle forze repressive e del sistema mediatico, funzionale alla legittimazione del manganello.
Le tendate universitarie a Pisa e in tutte le facoltà italiane sono una potenziale spinta per rafforzare il percorso che ci sta portando alla manifestazione nazionale di sabato primo giugno a Roma, dove scenderemo in piazza contro il governo Meloni e le sue politiche di guerra interna contro le classi popolari e esterna su tutti i fronti di conflitto implementati scientemente dal polo imperialista euroatlantico.
Il primo giugno sarà un importante passo nel percorso di costruzione dell’ “Opposizione che serve” in un paese nel quale si e’ creato uno spazio politico per rappresentare gli interessi dei dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani in lotta contro le politiche di guerra del governo, di ampi settori sociali colpiti dalla crisi.
Contro il governo Meloni, al fianco della Resistenza palestinese.
Sabato 1 giugno tutti a Roma!
Prenotazioni per pullman: poterealpopoloapisa@gmail.com – 3497192436
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