Ci arrivano in questi giorni, segnalazioni da numerosi genitori, la società Gemos, che gestisce i servizi mensa delle scuole del Comune di Terni, intima la regolarizzazione delle quote di compartecipazione alla spesa, PENA LA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO PER I MINORI, già a partire da domani.
Sgomenti per l’accaduto e per l’idea che la società stia agendo in maniera punitiva nei confronti dei bambini e delle bambine, ci siamo subito attivati raggiungendo telefonicamente sia l’ufficio preposto del Comune, sia i genitori del Co.SEC che a partire dal 2015 si sono impegnati per la qualità dei servizi mensa scolastici cittadini e soprattutto per avere un capitolato sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche in termini di sostenibilità sociale, nei confronti dei piccoli utenti, delle famiglie e della collettività tutta.
Le mense scolastiche di Terni a fronte dell’esternalizzazione avvenuta qualche anno fa, hanno progressivamente aumentato le tariffe per le famiglie, che ad oggi ammontano a quasi 100 euro, una spesa che molti non possono permettersi, considerando che il tempo mensa è incluso nel tempo scuola, quindi pur trattandosi di un servizio pubblico a domanda individuale, di fatto è un versamento obbligatorio.
L’unica alternativa è non far mangiare i bambini a scuola, deprivandoli di tutte le opportunità previste dall’offerta didattica dell’intero orario scolastico. Inoltre, non bisogna dimenticare, che la Gemos fattura mensilmente al Comune € 5,00 circa per ogni pasto erogato, come previsto da capitolato. Questo significa che il prezzo del pasto, sommando quota di compartecipazione e contributo del comune, si aggira intorno agli € 8,00.
Potere al Popolo, assieme ai genitori del Co.SEC, ci tiene a ricordare alla società che gestisce questo servizio, che le mense, storicamente, nascono per assicurare un pasto a chi non può permetterselo: è degradante sapere che il loro metodo per coprire e riscuotere gli insoluti sia invece umiliare e denigrare questi bambini e queste famiglie.
Riportiamo anche che sia da fonti Istat che da Rapporto Save The Children la mensa scolastica rappresenta per molti minori l’unico pasto della giornata, il servizio mensa per questi motivi e per il suo valore altamente educativo non può e non deve essere interrotto.
Quello che sta avvenendo, e che i genitori dei comitati avevano previsto e denunciato quando la giunta De Girolamo (PD), decise di esternalizzare il servizio, si profila come un illecito amministrativo ai sensi del capitolato del servizio che prevede all’art. 21 quanto segue:
“Il concessionario si impegna direttamente al recupero delle somme insolute, comunque, senza interrompere il servizio a favore dell’utente in quanto il servizio di ristorazione scolastica, rientrando nel diritto allo studio deve essere garantito”.
Gli uffici comunali preposti, infatti, ci hanno rassicurati dicendo che da loro non è pervenuta alcuna indicazione di questo tipo. Ci auguriamo, quindi, che l’amministrazione abbia preso contatti immediati con la società Gemos, al fine di scongiurare un aillecita sospensione del servizio pubblico e per le modalità con cui sono stati vessati i genitori.
L’esternalizzazione selvaggia dei servizi essenziali, che da sempre Potere al Popolo avversa, porta queste gravi conseguenze: cittadini e cittadine che vengono trattati come numeri, scarsa qualità del servizio, lavoratori e lavoratrici non tutelati.
Va anche ricordato che prima dell’esternalizzazione, le mense ternane erano ai primi posti nella classifica di Foodinsider.it (Associazione Foodinsider Aps, che si occupa da più di un decennio, della qualità delle mense scolastiche italiane).
Anche questo risultato, venne raggiunto grazie all’impegno dei genitori del Co.SEC, che entrarono a far parte della Rete mense nazionale, anche questa community on-line dedicata alla qualità delle mense ed al contrasto delle cattive pratiche della ristorazione collettiva.
Ad oggi la mensa di Terni non viene neanche più menzionata nelle classifiche nazionali.
Il problema dei mancati pagamenti va affrontato con piani di rientro che rispettino le esigenze delle famiglie ma anche con una gestione della mensa più oculata, con meno sprechi e con menù che rispettino sia la stagionalità degli alimenti che la piramide alimentare. Ci ritroviamo invece con menù scadenti, sempre uguali e carichi di proteine animali.
Stamattina molte famiglie erano in fila all’ufficio dell’ente, ci auguriamo che il Comune intervenga in maniera decisa nei confronti di Gemos.
Auspichiamo che si trovino soluzioni inclusive e solidali e reali che servano a supportare famiglie che sono già pesantemente colpite dalle difficoltà economiche quotidiane, dovute all’aumento generalizzato dei prezzi da fronteggiare con stipendi sempre più bassi.
Già dal 2015 il Co.SEC chiese la rimodulazione delle fasce Isee, in favore di un amaggiore equità distributiva. Le attuali fasce sono 3, il risultato pratico è che chi ha un Isee di € 20.000,00 paga come chi possiede uno Yacht. E questo Potere al popolo non può accettarlo.
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