Se in questi giorni siete in città e avete aperto un giornale locale, sarete rimasti colpiti da un’operazione che si è meritata pagine e pagine…
Un reportage approfondito sulle fragilità del nostro territorio? Un’inchiesta su come si vive e si lavora a Padova? Un’operazione di polizia contro i legami tra politica e imprenditoria mafiosa? O magari qualcosa di bello, finalmente?
NIENTE DI TUTTO QUESTO: si tratta invece di un’inchiesta giudiziaria e di uno sgombero nei confronti dell’InfoSpazio ChinaTown. Un piccolo spazio sociale in piazzetta Caduti della Resistenza, nel rione Palestro, che da molti anni offre un doposcuola per i bambini del quartiere, una biblioteca popolare, iniziative culturali ed eventi di socialità per gli abitanti. Uno spazio in cui per anni ha trovato sede il Comitato di Lotta per la Casa – Padova: un comitato di inquilini morosi incolpevoli e di persone solidali che hanno impedito che decine di famiglie finissero in mezzo ad una strada ottenendo proroghe degli sfratti e, quando non c’era alternativa, riaprendo appartamenti pubblici lasciati sfitti e in abbandono.
Contro questo comitato la questura di Padova negli ultimi tre anni ha costruito un castello accusatorio che vedeva nell’azione del Comitato un’“associazione a delinquere”: la prima associazione a delinquere che lo fa senza tornaconto personale!
Anche la magistratura si è accorta che il castello aveva fondamenta assai poco solide e la Corte di Cassazione nel gennaio scorso ha accolto il ricorso degli indagati confermando l’insussistenza del reato associativo…
Nel frattempo, proprio per aver ospitato il Comitato, l’Infospazio Chinatown veniva sfrattato dalla sua sede da parte dell’ATER. Lo spazio è stato poi assegnato provocatoriamente all’associazione Sordi Veneto; un’associazione molto vicina all’amministrazione leghista regionale che dirige l’ente regionale per l’edilizia residenziale pubblica, commissariato fino a due settimane fa per corruzione. Negli ultimi anni l’ATER ha portato avanti un piano di sistematica svendita del patrimonio pubblico e contemporaneamente continua a lasciare vuoti e abbandonati tanti appartamenti che, se regolarmente assegnati, servirebbero ad attenuare il problema abitativo. Un’emergenza, quella della casa, che è diventata strutturale con l’abbassamento dei salari degli ultimi anni.
L’Ente evidentemente non ha gradito che venisse messa in discussione la sua politica criminale sugli alloggi pubblici, di cui abbiamo molte evidenze, e ha deciso di concerto con la questura di procedere con un piano repressivo.
Noi ci opponiamo a questo piano, che criminalizza chi difende un diritto fondamentale come quello alla casa e che allontana un’associazione utile e apprezzata dagli abitanti del rione. Non cadiamo nella trappola: chi adesso applaude perché con la forza e le montature della polizia viene “ristabilita la legalità” (così dicono, da Forza Nuova al sindaco Giordani…) non sta facendo nulla perché l’Ente regionale smetta di speculare sul patrimonio pubblico e perché chi ha bisogno di una casa e ne avrebbe il pieno diritto secondo la Costituzione se ne veda assegnata una. Questi paladini della legalità stanno dalla parte degli speculatori e difendono un sistema ingiusto. Mentre noi pensiamo, con Brecht, che “quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”!
Massima solidarietà agli indagati e alle indagate.
P.S.
I resoconti che siamo stati costretti a leggere sui giornali di questi giorni (dopo le lodi sperticate per Marchionne dei giorni scorsi) sono dei semplici copia-incolla dei comunicati della questura. Un lavoro giornalistico di pessimo livello che non ci stupisce più di tanto ma come ogni volta ci rattrista perché rende alla nostra città un pessimo servizio.
Diffondiamo informazioni corrette su questa vicenda!
Continuiamo a resistere e lottare per i nostri diritti!
BASTA CASE SENZA GENTE! – BASTA GENTE SENZA CASE!
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