Difesa e rilancio del ruolo delle case popolari come vero e proprio salario indiretto.
Da alcuni giorni, a Catania, delle famiglie provenienti dai quartieri Librino, Pigno e San Giorgio stazionano davanti alla Cattedrale. Protestano perchè sono senza un tetto, e molte di esse sono state sgomberate da un palazzo di proprietà comunale realizzato a Librino nel 1989, mai assegnato.
I “DISAGIATI”, come si qualificano nel loro striscione, inizialmente avevano occupato pacificamente la cattedrale, convinti di trovare il sostegno da parte dell’arcivescovado. Questo non solo non si è verificato, ma, convinti ad uscire fuori dalla chiesa, si sono visti sbarrare tutti i portoni della stessa alle loro spalle. E la cattedrale da giorni è chiusa e non svolge le regolari messe per impedire l’ingresso di queste famiglie, dove ci sono anche bambini e anziani, che rimangono sotto l’acqua e al freddo.
Purtroppo la grave situazione dei “Disagiati” non è un caso limite, in una città dove SFRATTI e SGOMBERI sono il simbolo del crescente impoverimento delle classi sociali più deboli.
Infatti, a Catania, il 95% di coloro che subiscono lo SFRATTO non riescono più a pagare l’affitto per la drastica riduzione del reddito dovuta a varie tipologie di cause, quella dominante è la perdita del posto di lavoro di uno dei coniugi.
Attualmente, nel territorio del comune di Catania, si contano oltre 4.000 famiglie coinvolte in procedute di sfratto, procedure di cui gran parte sono già esecutive.
Agli sfratti vanno aggiunti gli SGOMBERI contro altri senza tetto, che hanno occupato singole abitazioni o edifici privati o pubblici abbandonati all’usura del tempo, e che al momento dell’occupazione “ritornano” alla mente dei proprietari pubblici o privati.
Lo scorso anno la Regione Siciliana ha assegnato dei fondi ai comuni considerati “ad alta tensione abitativa”, come il Comune di Catania, con lo scopo di sostenere le famiglie che hanno in corso uno sfratto. Tutto questo nella logica retorica dell’emergenza, in un territorio, la Sicilia, dove non esiste un piano di edilizia sociale. Retorica dell’emergenza che alimenta quelle soluzioni temporanee e precarie, sulla cui base sono cresciuti i circuiti speculativi che condannano ad una condizione di perenne precarietà interi settori sociali, come i “Disagiati”.
La Federazione del Sociale USB, esprimendo la propria solidarietà alle famiglie catanesi in lotta per un tetto, difende e rilancia il ruolo delle case popolari come vero e proprio salario indiretto.
(info tel. 3334386674/3492926242)
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa