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Morire a sedici anni, di paura, di vergogna, di leggi sbagliate

A Lavagna, cittadina ligure, un ragazzo sedicenne è stato fermato durante uno dei blitz sempre più frequenti delle Fiamme Gialle nei pressi della sua scuola.

Le prime versioni riferiscono che gli trovato 10 grammi di hashish. Durante la successiva perquisizione in casa sua, in piazza Torino a Lavagna, il giovane, presente la madre, si è lanciato dalla finestra dal terzo piano senza che i militari o la madre riuscissero a trattenerlo.

Il ragazzo è arrivato all’ospedale Cogorno ormai morto. La salma è stata trasferita all’obitorio di lavagna a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Secondo alcune fonti il ragazzo, evidentemente impaurito, avrebbe detto agli agenti di avere altro fumo a casa sua. I finanzieri lo hanno condotto a casa per effettuare la perquisizione. Nell’abitazione c’era anche la madre. A quel punto la vergogna si è sommata alla paura e ha fatto sì che l’attuazione degli agenti insieme alla stupidità/assurdità della legge vigente in materia di droghe leggere, facessero cortocircuito facendo decidere ad un ragazzo di sedici anni di togliersi la vita.

Un prezzo inaccettabile anche per la legge e il senso comune. I sostenitori della mano dura nell’ordine pubblico e della legalità a prescindere, giustificheranno il tutto, lo hanno sempre fatto. Ma anche questo morto peserà sulle loro coscienze e porta dritto alle loro responsabilità. Diranno che la legge va rispettata a fatta rispettare, ma se una legge è sbagliata, quante vittime e quanti drammi saranno necessari affinchè venga cambiata?

Una proposta di legge che intende legalizzare la cannabis in Italia è approdata in aula alla Camera il 25 luglio dello scorso anno. La proposta intende modificare l’attuale normativa che, dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale nel 2014 della famigerata Legge Fini-Giovanardi, è tornata di fatto ad essere quella approvata nel lontano 1990, la legge Jervolino-Vassalli (DPR 309/90), con l’allora governo Andreotti. Ma al 16/11/2016 la proposta di legge, invece che essere votata, risultava ancora in discussione in Commissione.

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