Alla fine la tenacia e la determinazione dimostrate nel portare avanti uno sciopero della fame iniziato il 10 novembre hanno dato i loro risultati e Nikos Romanos, 21enne anarchico greco, l’ha avuta vinta sul governo ellenico.
Da ben 31 giorni l’amico di Alexis Grigoropoulos, ucciso a freddo da un poliziotto nel 2008 ad Atene, rifiutava il cibo per protestare contro il divieto da parte delle autorità carcerarie di concedergli il permesso di uscire di cella per seguire le lezioni universitarie. Nonostante Nikos si sia diplomato studiando in carcere e abbia superato il duro esame di ammissione all’Università, gli veniva impedito di frequentare le lezioni a causa della sussistenza del “pericolo di fuga”.
Dopo i ripetuti no del governo e delle autorità penitenziarie, che avevano spinto Romanos a continuare una forma di lotta indetta a oltranza e da ieri mattina ad intraprendere anche lo sciopero della sete, ieri era stata la Corte Suprema a respingere la richiesta dell’avvocato del detenuto, torturato e picchiato dalla polizia all’internodel Gada (quartier generale dell’Attica) di Atene quando fu arrestato insieme a tre compagni dopo aver compiuto alcune rapine nella città settentrionale di Kozani (nella foto, i segni del pestaggio).
Le sue condizioni apparivano molto gravi e Nikos era in procinto di subire gravi danni ad alcuni organi ed al sistema nervoso in conseguenza dello sciopero della fame. Oggi, in extremis, il Parlamento di Atene ha votato seppur con alcune modifiche un provvedimento legislativo ad hoc che concede la possibilità di usufruire dei ‘permessi studio’ anche per i detenuti per reati gravi anche se sotto il controllo di un ‘braccialetto elettronico’ e dopo un periodo di due mesi di corsi via internet.
Il via libera all’emendamento presentato da Syriza è arrivato dopo un intervento del presidente della Repubblica, Korolos Papoulias. La riforma approvata permette ai detenuti di usufruire dei permessi di uscire dalla cella per recarsi all’università per seguire le lezioni senza dover sottostare a un pronunciamento del Consiglio dei Giudici che semmai deve intervenire a posteriori per interrompere la misura in caso di eventuali violazioni.
All’arrivo della notizia Nikos Romanos, che da giorni è ricoverato all’ospedale Gennimatas di Atene all’interno di una stanza massicciamente piantonata dalla polizia, ha deciso di interrompere lo sciopero della fame e con lui numerosi prigionieri politici che avevano aderito alla protesta negli ultimi giorni. Ora il ragazzo è sottoposto a una serie di esami clinici per capire quali sono state le conseguenze dell’estrema forma di protesta adottata sul suo organismo.
Nelle ultime settimane in tutta la Grecia un crescente movimento di solidarietà ha manifestato più volte per sostenere la richiesta di Nikos Romanos, al quale negli ultimi giorni è arrivato anche il sostegno di alcuni esponenti politici ed intellettuali di rilevanza internazionale.
Anche oggi pomeriggio, di fronte al Parlamento in Piazza Syntagma, era in corso un presidio di solidarietà proprio mentre i deputati erano impegnati nella discussione e nella votazione del provvedimento. Da giorni diversi municipi, sedi sindacali e facoltà universitarie erano state occupate da studenti e attivisti politici di varie aree politiche della sinistra radicale e antagonista in appoggio alla lotta del giovane, il che ha convinto evidentemente tutte le forze politiche a venire incontro alle richieste del giovanissimo detenuto.
Proprio oggi la polizia ha informato di aver disinnescato un ordigno piazzato davanti ad un istituto bancario in un sobborgo della capitale segnalato poco prima da una telefonata anonima ad un quotidiano.
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A Nikos Romanos
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