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Se l’umanità diventa illegale…

Se mettiamo alcune cose in fila, come si fa con i punti neri sulla carta, ne esce fuori un quadro. Fosco, visti i tempi, ma contraddittorio quanto basta.

Il gesto del cardinale elemosiniere ha colpito duro. Un intimo del Papa che si cala in un tombino per rompere i sigilli e riallacciare l’elettricità a un palazzo occupato da famiglie senza casa, di ogni etnia, è qualcosa che non si era mai visto.

Al di là delle sciocchezze seminate da tanti commentatori – professionali o improvvisati – questa vicenda segnala due cose, principalmente:

a) Il tempo delle parole sta finendo. Neanche le omelie papali spostano più di una virgola il “senso comune” di popolazioni impegnate ogni attimo nella dura conquista del pane quotidiano, ma immerse in un oceano di “informazione spazzatura” che rende impossibile distinguere il vero dal falso. Che quelle informazioni provengano dai media mainstream o dall’ultima della pagine Facebook chiuse da Zuckerberg, non fa differenza. Mentono tuttibasta vedere cosa è capace di scrivere Repubblica o mandare in onda il TG3 sul Venezuela – e neanche un professionista del debunking potrebbe arginare efficacemente la montagna di rifiuti che ci sommerge quotidianamente.

Anche ai vertici del Vaticano, insomma, hanno capito che là dove la parola è ormai sterile torna il tempo dell’azione. E’, in fondo, un principio epistemologico essenziale: è la realtà a decidere quali sono le opinioni senza fondamento e quali quelle vere. E per deciderlo servono dei fatti, più o meno sperimentali… Quei fatti vanno prodotti, non avvengono da soli. Dunque bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare, magari per calarsi in un tombino, anche ad una certa età…

b) Nel mondo attuale, un’azione di solidarietà umana è illegale. Qui “i puntini” sono decisamente numerosi. Si può citare l’esperienza di Mimmo Lucano come sindaco di Riace, oppure i sequestri delle navi che soccorrono migranti naufraghi in mare. O addirittura l’idea – di Salvini, ovviamente – di multare gli armatori di quelle navi per 5.000 euro per ogni persona tratta in salvo.

Più in generale, possiamo citare la pluridecennale esperienza dei movimenti di lotta per la casa, o le occupazioni di spazi sociali, contro cui era espressamente diretto il decreto-Lupi (governo Renzi!). O le decine di delibere comunal-leghiste per colpire chi elargisce elemosina, i bambini in ritardo con il pagamento della quota-mensa…

Il mondo costruito negli ultimi decenni è un mondo neoliberale. Il che significa che non esistono diritti esigibili, e tutto si paga. Chi non può pagare è condannato. E chi aiuta in qualche modo quei poveri va punito, perché “abbassa i prezzi”.

Se mettiamo insieme le considerazioni precedenti, insomma, ne esce a pezzi il concetto stesso di legalità. Ne resta in piedi solo l’armatura metallica, che lo fa identificare come il diritto del più forte.

Un altro puntino, chiarissimo, in questo senso: i carabinieri che coinvolgono scolaresche di bambini (avranno pagato tutti la mensa? Chissà…) per trascinarli – con tanto di scudi e caschi – in lezioni dal vivo sulla cultura della legalità. Guardando i vari servizi su questo episodio, si capisce che si tratta solo di addestramento all’obbedienza nei confronti delle divise. La legge, in effetti, è un concetto complesso, si condensa in codici sterminati, scritti in una lingua per iniziati e con riferimenti continui a commi e codicilli… Basta andarsi a vedere le ultime modifiche, peggiorative, alla Legge sulla Sicurezza.

Tanto vale semplificare: la legge sono quelle divise lì, obbedite e basta

Questo è il mondo cui siamo arrivati dopo trent’anni di sostanziale pace sociale.

Un mondo dove giustizia e legalità stanno su zolle continentali opposte, in rapido allontanamento. In cui le parole non significano più quello per cui sono state inventate, anzi…

Un mondo in cui, fortunatamente, ha senso solo il conflittoagito e gestito con intelligenza ed esperienza, non con strilli che durano un attimo – e le “opinioni” possono tranquillamente restare là dove meritano.

In tal senso, per fronteggiare la regressione del paese e le sue manifestazioni peggiori, sono le azioni che fanno la differenza. Gli esempi da seguire sono quelli visti nella resistenza popolare e antifascista a Casalbruciato, nella spontanea contestazione a Salvini a Catanzaro, nella protezione di massa a Mimmo Lucano alla Sapienza.

Lì chi doveva capire che il vento può cambiare lo ha capito, e adesso ne ha timore.

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1 Commento


  • sergio falcone

    Io non mando il cervello all’ammasso. Su alcuni temi, il mio dissenso con la chiesa cattolica è profondo. Ma, limitatamente al gesto del cardinale, non intendo tacere la mia approvazione. E mi piacerebbe che anche i compagni facessero lo stesso. Ma i compagni non lo faranno.
    Ognuno si sente migliore di chiunque altro e depositario della verità. Vecchio vizio della Sinistra e, se vogliamo, del genere umano.
    Continuiamo così, ognuno a curare il proprio orticello asfittico. Andremo molto, ma molto lontano…

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