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Alleanze? Perchè non a tutti i costi


Oltre due anni fa partecipavo all’
avvio di un progetto alternativo, ecologista e civico.
Aderivo con entusiasmo ad un’idea nuova, che collimava con la mia convinzione: occorre unire tutte le realtà e i cittadini che vogliono un’altra Italia.
Un’idea, un sogno, che affondava la propria forza nell’autonomia politica dai partiti dominanti, a partire da quelli del centrosinistra.
Un’idea che però stride come unghie sulla lavagna se soltanto si immagina di disegnarla con coloro che sono coartefici e corresponsabili del degrado morale, politico, sociale ed ambientale in cui versa il nostro paese.
Io non fonderò mai un partito/movimento, anche solo federato, con soggetti politici che non sono in grado, non possono, non vogliono, dichiarare apertamente che non sono disponibili ad allearsi con il Partito Democratico o ad entrare nelle sue liste. Oppure, con chi se non si alleerà con il PD, sarà solo perchè respinto dal PD stesso.
Io non mi alleerò mai con chi è favorevole al TAV, alla modifica dell’art. 18, all’accordo di Pomigliano, alla riforma Fornero, al DDL che introduce il silenzio assenso per costruire in aree protette, agli inceneritori, al finanziamento di scuole e sanità private, al Fiscal Compact, al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), al mantenimento dei privilegi della casta…
Io non posso costituire un’entità politica con chi prende in considerazione, non esclude ed anzi talvolta pratica, anche a livello soltanto regionale, l’ipotesi di allearsi con chi ha fatto carne di porco” del territorio, devastando il nostro paesaggio, costruendo o promuovendo autostrade inutili, applaudendo ad eventi come Expo 2015, inseguendo il modello di sviluppo che da anni, io, insieme a tanti altri, dichiaro di voler combattere.
Io non posso sposarmi” con chi vuole lasciare comunque aperta un’ipotesi di alleanza con chi ha preteso ed ha mandato i militari in Val di Susa. Perchè io mi sento addosso la responsabilità di rappresentare chi in quella valle sta subendo l’arroganza peggiore proprio dal Partito Democratico.
Soltanto lasciare sul tavolo una subordinata che preveda di mettere la mia faccia al servizio di quell’alleanza arrugginita e riverniciata che si chiama centrosinistra, sarebbe per me un peccato, un errore, un tradimento. Un tradimento che azzererebbe la mia credibilità guadagnata in anni di vertenze, lotte e pratiche di governo alternative.
Io non sono uscito più di 4 anni fa dal transatlantico del centrosinistra storico con questa dichiarazione, per poi ritrovarmi oggi ad aggirarmi nei suoi paraggi sperando che mi venga lanciata una cima e, magari fingere di provare a nuotare in direzione contraria e opposta solo quando il transatlantico è ormai troppo distante ed irraggiungibile.

* Sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI)

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