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Con la sinistra per l’alternativa al liberismo

rimosso lo strumento della mediazione socialdemocratica, rispetto alle istanze di classe,considerata un impaccio da cui liberarsi dopo la cancellazione del blocco sovietico,in tutto l’occidente la socialdemocrazia trasformando se stessa ha rincorso la ricetta liberista.

I partiti comunisti trasformando se stessi si sono dissolti o qual’ora sopravvissuti hanno rimosso le categorie dell’analisi del reale;hanno determinato la propria diaspora tra subalternità e rifugio nell’ostinato identitarismo,rendendosi irriconoscibili alle classi di loro riferimento,fino all’attuale residualità.

In occidente il capitalismo è stato padrone assoluto del campo. Aver posto in soffitta gli strumenti dell’analisi scientifica dei rapporti di classe ha impedito all’intera sinistra di avanzare proposte credibili rispetto alla crisi del nuovo stadio iperliberista del capitalismo;esso mostra non avere sbocchi,tranne il precipizio,perché costretto a misurarsi col problema inedito dell’esauribilità delle risorse.

Gli uomini saranno sempre di più portati ad integrarsi;ciò determina la necessità di una pianificazione dei processi economici almeno nei grandi comparti dei servizi e delle produzioni di base; l’intervento dello Stato(o degli Stati) diventa una inevitabile quanto oggettiva scelta rispetto alla sopravvivenza stessa della civiltà. Le reazioni populiste alla crisi con l’affermarsi di istanze fasciste e neonaziste,indicano i risvolti che essa può assumere,mettendo in forse le agibilità è l’intero tessuto democratico sia in Italia che nel resto d’Europa.

Anche da questo si pone l’esigenza di stare in campo, in un fronte unitario con una lotta senza quartiere alla deriva liberista,con programmi e piattaforme capaci di difendere ed estendere le conquiste sociali ,di civiltà che il movimento operaio a realizzato a partire dall’Ottobre.

Dunque senza indugi,considerato anche il precipitare della situazione politica,va data rappresentanza all’ampia aggregazione che ha manifestato il 27 ottobre al No Monti Day contro le sciagurate politiche lacrime e sangue del governo Monti ,della troika. Un’aggregazione alla sinistra del PD capace di condizionarne l’avvenuta capitolazione con la sottoscrizione del Fiscal Compact. Un’aggregazione, oltre la sfida elettorale, alimentata da movimenti per lotte unificanti su obiettivi, capaci di strappare risultati sul campo,tali da mettere in crisi le politiche della Troika.

Nel contempo parlare ai movimenti dell’intera Europa provando a mettere insieme tutto il vasto e potenziale mondo alternativo al liberismo e indicare la via d’uscita alla crisi del capitale; a partire dal lavoro,nelle sue forme utili come conquista di autonomia, di libertà di dignità per milioni di giovani. Tenere l’occhio rivolto al mondo è dunque tanto più necessario per difendere ed estenderle all’intero pianeta le conquiste di civiltà ed i diritti, dare un deciso impulso al processo evolutivo e al socialismo. Soprattutto nella dimensione sovrannazionale vanno avanzati programmi e piattaforme che aiutino i popoli d’Europa, le classi subalterne e i giovani a liberarsi dal giogo del liberismo capitalista e dare risposte ai bisogni del nostro tempo.

Vanno stabiliti legami proficui tra organizzazioni culturali, studentesche ,sindacati di classe per rinsaldare il rapporto con grandi masse, senza di esse non si fanno passi avanti. I comunisti consapevoli delle difficoltà della propria debolezza,posti di fronte a questo passaggio cruciale della storia, possono sfuggire al declino,essi oggi devono ritrovarsi nella trincea unitaria con tutte le forze antagoniste,anticapitaliste e della sinistra alternativa,sacrificando anche qualche cimelio se necessario.

Dunque non va negata l’importanza della conquista della rappresentanza come strumento di lotta oggi indispensabile, nel tempo della comunicazione di massa, per realizzare gli obiettivi posti nel programma e nelle piattaforme;questo lo si persegue senza elemosine,senza offuscare la dignità, ciò è già garanzia per quelli che si vogliono rappresentare ed anche per se stessi. Infine dovremmo saperlo da sempre che dipende dalla nostra intelligenza rendere il cammino più agevole per ricostruire l’egemonia e provare d’averlo capito, per continuare ad esserci ancora come comunisti in questo millennio.

Renato Sellitto – NAPOLI

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