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Peggio di Renzi e Napolitano sono quelli che oggi li applaudono

Non sono un fanatico della legalità, anzi penso che la giustizia venga prima di essa e difendo il diritto a trasgredire le leggi ingiuste. Non sono un fanatico dei processi, ma anzi distinguo quelli che colpiscono i deboli e quelli che raramente toccano i potenti. Insomma non son mai stato quello che Renzi e prima di lui il suo predecessore Berlusconi, definiscono come giustizialista. Ma continuo ad indignarmi ogni volta che un capo di governo aggredisce quei giudici che si occupano degli affari sporchi dei potenti.

Renzi e Napolitano non sono garantisti, non hanno profferito verbo per le indecenti persecuzioni giudiziarie che colpiscono i NOTAV o gli occupanti di case. Non criticano la magistratura quando emette sentenze di assoluzione per i pestaggi in carcere. Renzi e Napolitano vorrebbero sicuramente che la legge colpisse l’informazione che fa il suo dovere rivelando gli scandali e magari vorrebbero la galera per chi li contesta troppo. Renzi e Napolitano sono insomma due manettari forcaioli, solo che vogliono che le manette vadano dove vogliono loro e neppure si avvicinino a chi sta con loro. Renzi e Napolitano rappresentano la tradizione peggiore delle classi di governo italiane, che hanno sempre preteso una giustizia debole coi forti e forte coi deboli. Classe di governo che quando le giustizia indaga sul palazzo, improvvisamente e solo in quel momento, diventa garantista.

Fanno schifo, ma peggio di loro sono quei militanti piddini, intellettuali de La Repubblica, ex girotondini, che nel passato sono scesi in piazza contro Berlusconi che diceva e faceva cose meno gravi dell’attuale presidente del consiglio, e che ora invece applaudono. La corruzione economica e politica in Italia è trasversale, ma la corruzione della moralità politica è prima di tutto collocata in ciò che oggi è il sistema PD. È qui che i vecchi principi della sinistra vengono rottamati e trasformati in arroganza e autogiustificazione del potere peggiore. È qui che le speranze di cambiare la società si trasformano nel cinismo e nell’arrivismo di chi spera di essere salito sull’onda giusta.

Quando sento Renzi che minaccia i giudici e vedo il piddino consentire provo più rabbia e pena per il secondo che disgusto per il primo. E penso che per ricostruire la democrazia non basti combattere chi sta in cima al suo degrado, ma anche chi ogni giorno quello che sta in cima lo sostiene.

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