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Assange perde il ricorso contro l’estradizione in Svezia

Julian Assange ha perso il ricorso contro l’estradizione in Svezia per essere interrogato su presunti reati sessuali. È la decisione della Royal Court of Justice di Londra.

In impeccabile abito blu, al bavero della giacca il ‘papavero’ indossato dai britannici per ricordare i morti in guerra, il più famoso hacker del mondo è stato letteralmente preso d’assalto dalla folla che lo attendeva applaudendolo all’ingresso in aula. Fuori dalla Royal Court of Justice erano appesi cartelli con le scritte: «Liberate Assange, Liberate Manning. Finitela con le guerre». I giudici Ousley e Thomas hanno avvalorato la decisione di febbraio del giudice distrettuale Howard Riddle e respinto la tesi dell’australiano che l’estradizione sarebbe stata «ingiusta e illegale». Il verdetto su Assange è stato pubblicato online.

Julian Assange ha 14 giorni di tempo per presentare alla Corte Suprema un nuovo ricorso sulla sua estradizione in Svezia dove la magistratura lo vuole interrogare per reati sessuali. Il ricorso può essere presentato solo se l’australiano ritiene che sia in gioco nel suo caso una questione di «importanza pubblica». Se Assange dovesse fare nuovamente appello e dovesse convincere la Corte Suprema ad accettare il caso, potrebbe rimanere in Gran Bretagna in libertà vigilata in attesa di nuova udienza. Se invece non farà ricorso, l’australiano potrà essere trasferito in Svezia entro 10 giorni.

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