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Crisi del debito, una manna per la Germania

quando qualcuno perde, in economi, in genere c’è qualcuno che vince. Tranne quando la crisi esplode in modo generalizzato. Cosa che fin qui è stata solo “accennata” dopo il crack Lehmann Brothers e il conseguente blocco generalizzato del credito.

Ma in questo momento la “miopia” tedesca sembra avere giustifciazioni un po’ diverse dalla finta contrapposizione tra “formiche” e “cicale”.

Almeno secondo il giornale di Confindustria. Da leggere…

“Nessuna concessione sugli eurobond. Per non parlare di una modifica del mandato della Bce per renderla prestatore di ultima istanza. Angela Merkel non ha ceduto di un millimetro sulla propria linea su come affrontare la crisi dei debiti sovrani. Giusta o sbagliata che sia, la strategia della cancelliera tedesca qualche risultato concreto lo ha conseguito. Per l’Eurozona? No per le casse di Berlino.

Dallo scoppio della crisi infatti la Repubblica Federale ha risparmiato la bellezza di 20 miliardi di euro in minori costi di rifinanziamento del debito. La stima, riportata dal New York Times, è del think thank Re-Define e si riferisce al periodo tra il 2009 e il 2011.

Dallo scoppio della crisi greca sui mercati si è assistito a una fuga dai titoli dei paesi periferici, di pari passo con una corsa al bund. Il termine tecnico per definire questo fenomeno è «fight to quality». Letteralmente volo verso la qualità. Detto in parole più semplici: ci si disfa dei titoli a rischio (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia) e si compra titoli tedeschi. Anche se rendono poco o nulla, i bund sono una sicurezza.

Questo ha portato a un abbattimento dei rendimenti dei titoli decennali tedeschi. A metà del 2008 garantivano interessi del 4,7% ora appena il 2%, cinque punti percentuali in meno dei titoli italiani che ora rendono il 7%. Non è solo la Germania ad essersi avvantaggiata di questa situazione. Un altro paese virtuoso, l’Olanda, secondo una stima del quotidiano De Volksrant, ha risparmiato con la crisi 7,5 miliardi in minori costi di rifinanziamento del debito.

Insomma, se i tedeschi persistono nella loro rigidità su eurobond e Bce qualche ragione ce l’hanno. Una ragione da 20 miliardi di euro verrebbe da dire. La situazione però è cambiata radicalmente proprio in questi giorni. L’asta dei bund decennali andata praticamente deserta (il 35% dei titoli è rimasto invenduto) è un segnale chiaro: anche la Germania rischia di essere contagiata dalla crisi”.

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