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Russia: liberi quasi tutti gli attivisti di Greenpeace

Quasi tutti i 30 membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace sequestrata in Artico a settembre dalla guardia costiera russa sono usciti di prigione oggi, beneficiando del rilascio su cauzione dopo oltre due mesi di custodia cautelare nelle prigioni russe. Peraltro la giustizia internazionale ha ordinato la liberazione immediata dell’equipaggio e il dissequestro del rompighiaccio Arctic Sunrise a fronte del versamento di una cauzione di 3,6 milioni di euro. La diplomazia russa ha subito reagito ribadendo che non riconosce la competenza della Corte internazionale per il diritto del mare.

Il capitano dell’Arctic Sunrise, l’americano Peter Willcox, che comandava nel 1985 il Rainbow Warrior, sabotato dai servizi segreti francesi in Nuova Zelanda, è uscito dal centro di detenzione di San Pietroburgo dopo il versamento della cauzione, fissata come per i suoi compagni a due milioni di rubli, 45mila euro. “Conduciamo iniziative pacifiche e non violente. E’ la prima volta, la prima volta in 40 anni,che passo più di una notte in prigione. E non mi è piaciuto, nè a me nè ai miei colleghi” ha dichiarato l’ultrasessantenne militante ambientalista.

Fuori dal carcere oggi anche lo svizzero Marco Weber, i neozelandesi Faiza Oulahsen e Mannes Ubels, il canadese Paul Ruzycki, i britannici Kieron Bryan e Anthony Perrett e l’argentino Miguel Hernan Perez Orzi. Sono stati seguiti poco dopo dai britannici Alexandra Harris, Frank Hewetson, Iain Rogers, dal neozelandese Jonathan Beauchamp, dalla turca Gizem Akhan, l’ucraino Ruslan Yakushev e il canadese Alexandre Paul. In serata hanno potuto uscire dal carcere anche lo svedese-americano di origine russa Dmitri Litvinov e il russo Roman Dolgov, per i quali la giustizia russa si è pronunciata oggi. Tra mercoledì e ieri avevano lasciato il carcere altri undici militanti, tra cui l’italiano Cristian D’Alessandro. Un solo attivista, l’australiano Colin Russell, si è visto prolungare la detenzione fino a 24 febbraio. L’ambasciatore australiano in Russia ha preannunciato appello ed è fiducioso che il suo connazionale possa uscire presto.

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