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Veneto. Check-up a pagamento per tappare i buchi della sanità

La regione Veneto e le Asl stanno cercando  di fare cassa con ogni mezzo per coprire spaventosi deficit di bilancio creati per garantire gli interessi dei privati attraverso finanziamenti pubblici. I minori trasferimenti dello Stato verranno  ripianati “all’americana” ovvero i cittadini pagheranno di tasca propria tutto ciò di cui avranno bisogno (ticket, quota fissa di 10 euro per ogni impegnativa…). L’ assessore alla sanità della  Regione Veneto, della Lega nord, tira fuori dal cilindro il “pacchetto checkup a pagamento”, che altro non è se non  un percorso di prevenzione: l’Asl10 ne prevede uno da 200 euro (esami del sangue, visita cardiologica e consigli per uno stile di vita sano) e uno da 700 euro (con l’aggiunta di esami strumentali di pertinenza cardiologica).
La direzione generale Asl10 rinnegando  la tutela del diritto alla salute per TUTTI  i cittadini,e abbandonando la deontologia medica che sta alla base di una massiccia campagna di prevenzione, mette a disposizione del maggior numero di”polli da spennare” le tecnologie/strumentazioni e le professionalità  di cui dispone. È una tecnica vile quella pensata dall’assessore della Lega nord, perché va a far leva sulla paura della gente di una possibile malattia cercando di lenire l’ansia e la preoccupazione per una probabile patologia cardiaca e  offrendo su un piatto d’argento la possibilità di un controllo completo in brevissimo tempo, ovviamente sborsando quattrini di tasca propria.
Aderendo a questo progetto che garantirà lauti profitti anche al direttore generale dell’Asl10, si realizzerà  un vero e proprio business, tale e quale a quello di  un supermarket per le  prestazioni sanitarie. Con l’istituzione dei checkup a pagamento si è intrapresa la strada della discriminazione tra i più e i meno abbienti, relegando i poveracci alle ultime posizioni delle graduatorie per il diritto alla salute (le liste d’attesa ne sono l’esempio pratico). È verosimile che il checkup a pagamento andrà a gonfiare ulteriormente i tempi d’attesa per chi si rivolgerà alla struttura sanitaria pubblica munito di “ricetta rossa”  andando in contrasto, ancora una volta, con lo spirito del Servizio Sanitario nazionale oltre che scontrarsi paurosamente con l’art.32 della Costituzione italiana.
Marina Alfier
Comunisti Italiani veneto Orientale

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