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Napoli. Gli studenti in piazza il 24 ottobre per lo sciopero generale

Dopo il corteo di oltre 10mila persone del 10 Ottobre torniamo in piazza a #napoli!

Ven #24O – ore 9:30 – Piazza del Gesù!

UNITI E INFLESSIBILI CONTRO
#RiformaDellaScuola e #JobsAct!

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A sei mesi dal suo insediamento, l’uomo nuovo della politica italiana, Matteo Renzi, ha gettato la maschera e non ci sono dichiarazioni d’intenti, rottamazioni evocate e propaganda mediatica che tengano. 
I due provvedimenti dell’esecutivo finiti al centro del dibattito pubblico nelle ultime settimane, la “Buona Scuola” e il Jobs Act, evidenziano chiaramente quali siano obbiettivi e priorità su cui il Governo intende andare fino in fondo.

La piattaforma della Scuola – su cui il premier ci ha invitato a “twittare” dubbi, critiche e perplessità, salvo poi assicurarci che a Gennaio la riforma inizierà il suo iter senza che sia stata cambiata una virgola rispetto alla bozza partorita dal Ministro Giannini – segna un’ulteriore spinta al processo di aziendalizzazione e privatizzazione che da anni investe la scuola pubblica. 
Presidi-manager affiancati da privati all’interno dei Consigli d’Istituto e insegnanti costretti a sgomitare tra loro in una rincorsa senza esclusione di colpi e a essere docili nell’assecondare la volontà e i progetti di chi “gestisce” gli Istituti per “meritarsi” una miseria in più nello stipendio mensile. 
Studenti a cui viene richiesto solo di essere soldatini disciplinati e di essere preparati oggi alla valutazione – sulla base di intoccabili parametri meritocratici – e domani allo sfruttamento, modellando la propria vita, il proprio studio, il proprio lavoro, sulla produttività dei bilanci di qualcun altro.
Studenti a cui si chiede di assimilare una serie di nozioni inconsistenti, di formarsi continuamente, di “specializzarsi” perchè stage e apprendistati (che noi sappiamo essere, per esperienza diretta, vere e proprie prestazioni lavorative gratuite di cui beneficiano le aziende!) sono al centro del modello d’integrazione e alternanza tra scuola e lavoro voluto da Matteo Renzi.

Nel progetto della “Buona Scuola” renziana non c’è posto per il Diritto allo Studio (si parla di ulteriori tagli previsti dal Documento Economico e Finanziario del Governo) né per un’edilizia scolastica seria né per la stabilizzazione che spetterebbe a migliaia di precari della scuola che aspettano da anni il “miracolo” delle assunzioni.

Dall’altra parte, la Riforma del Lavoro. Quella che ci viene indicata come l’unica via d’uscita dalla crisi, quella che “ci chiede l’Europa”, quella che “ci chiede Confindustria”, quella che risponde alle esigenze e alle domande poste dal “paese reale”.

Il Jobs Act pretende di combattere la precarietà istituzionalizzandola: la durata dei contratti a termine viene innalzata da 12 a 36 mesi, senza che risulti obbligatorio, per l’azienda, specificare la causale (ossia senza che nessuno si prenda la briga di giustificare il perchè di un’assunzione “anomala”) e diventano possibili ben 8 rinnovi nel giro di soli 3 anni; per il contratto d’apprendistato non è più necessario stabilizzare la metà degli apprendisti prima di poterne assumere altri, eliminando ogni controllo e obbligo sul ruolo formativo del contratto!
Sulla stessa lunghezza d’onda si muove la seconda parte del provvedimento – su cui il Senato ha posto la fiducia pochi giorni fa – con l’introduzione del contratto a tutele crescenti, la modifica degli ammortizzatori sociali che elimina la Cassa Integrazione, l’abolizione dell’art. 18 e il progressivo superamento dei contratti collettivi di categoria riducendo la contrattazione ad una mera questione tra lavoratore e azienda, di fatto – anche da un punto di vista giuridico – rendendo più agevoli i licenziamenti.

Insomma, due provvedimenti che in realtà sono due facce dello stesso attacco che Governo e padroni stanno sferrando complessivamente alle nostre condizioni di vita, peggiorandole dai banchi di scuola al miraggio dell’insperata pensione, passando per un interminabile ricatto lavorativo.
Da studenti e da giovani disoccupati che spesso si trovano costretti a faticare per qualche spiccio in nero o a condizioni assurde e che, prima o poi, dovranno entrare nel mondo del lavoro (e dovranno entrarci a queste condizioni!) non possiamo che opporci a tutto questo. 
Rispediamo al mittente l’assurda la retorica che vuole i nostri interessi, quelli dei giovani precari, contrapposti a quelli dei vecchi lavoratori troppo garantiti per troppo tempo, perchè viviamo sulla nostra pelle che ogni tentativo di eliminare tutele, diritti, salario, per qualcuno, si traduce in un arretramento per noi tutti. 
Proviamo a ricomporre il fronte a cui è diretta questa offensiva, che è estremamente composito e frammentato, eppure tutt’altro che sopito, come hanno dimostrato le mobilitazioni delle ultime settimane in tutta Italia, tra cortei (come quello dello scorso 10 ottobre che qui a Napoli ha portato decine di migliaia di persone in piazza), picchetti, scioperi, volantinaggi.
È proprio per questo che ripartiamo dal 24 ottobre, giorno dello sciopero nazionale del Sindacalismo di Base, scendendo in piazza insieme ai lavoratori dell’Unione Sindacale di Base, per dare un segnale di opposizione netta a questo governo e alle sue politiche, per riprenderci la parola e poter decidere del nostro presente e del nostro futuro, per poterlo fare insieme!

DISCIPLINATI OGGI, SFRUTTATI DOMANI!

UNITI E INFLESSIBILI CONTRO RIFORMA DELLA SCUOLA E JOBS ACT!

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