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No Muos: due attivisti arrestati, manifestazioni di solidarietà

Un presidio di solidarietà del comitato ‘No Muos’ si è svolto questa mattina davanti al carcere di Caltagirone in segno di solidarietà con i due attivisti arrestati ieri sera dalla polizia dopo che erano scesi dai tralicci delle antenne radio della base militare statunitense, in contrada Ulmo, sui quali si erano arrampicati nella mattinata per protestare contro la prosecuzione dei lavori. Per alcune ore il sit-in si è tenuto davanti al Palazzo di giustizia del Calatino. Gli arrestati sono Salvatore Vaccaro, da tutti conosciuto come Turi (57 anni, di Palermo) che è stato accusato di danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e introduzione abusiva in luogo d’interesse militare; e Nicola Arboscelli, di 38 anni, residente a Piazza Armerina (Enna), indagato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale oltre che per essersi introdotto nell’area vietata della base statunitense. Ora il loro arresto dovrà essere confermato o meno dalla Procura di Caltagirone che dovrà valutare se chiedere o meno la convalida al Giudice per le indagini preliminari. La decisione é prevista per domani.

La eclatante protesta era iniziata ieri mattina all’alba con un blitz di un piccolo gruppo composto da sette attivisti e attiviste che hanno scavalcato la recinzione della base militare degli Stati Uniti in contrada Ulmo, a Niscemi, dove dal 1991 esiste una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della Marina Usa, la ”Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) N8”. I NoMuos si sono diretti verso gli enormi impianti radio e quattro di loro si sono arrampicati su due antenne per dare voce con il gesto eclatante alla richiesta di chiusura del cantiere per la costruzione dell’occhio siciliano del ”Grande fratello” militare Usa, il ‘Mobile user objective system’ (Muos). I militari statunitensi hanno subito avvertito la polizia italiana e così sotto ai tralicci sono arrivati poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco e ambulanze. Nel frattempo i quattro – Turi Vaccaro, già protagonista della battaglia contro le basi missilistiche di Comiso; Nicola Arboscelli, che ha partecipato alla protesta No Tav in Val Di Susa, Simona Spinello e Desiree Ristagno – facevano foto dall’alto inviandole coi cellulari al resto degli attivisti e rispondevano alle telefonate dei giornalisti spiegando il perché della propria protesta. ”Vogliamo la chiusura del cantiere Muos, subito: c’é stata una revoca dell’autorizzazione dei lavori da parte del governo regionale che deve essere rispettata, e a quanto pare non lo é” ha chiarito Desy. ”Chiediamo – ha aggiunto – che vengano smontate le antenne e sia disattivato questo sistema che noi non vogliamo e danneggia la salute dei cittadini”. A lungo i poliziotti hanno tentato di convincere i quattro manifestanti a scendere dal traliccio, il che è avvenuto ieri a metà pomeriggio. Poco dopo, in serata, i due uomini sono stati arrestati dalla polizia. Gli altri cinque NoMuos sono stati invece denunciati per danneggiamento e introduzione illegale in struttura militare. E alcuni anche per resistenza, perchè secondo gli agenti si sarebbero opposti all’arresto, addirittura causando contusioni ai poliziotti (!).
I comandi militari statunitensi e i rappresentanti del governo di Washington non hanno affatto digerito l’eclatante protesta. Una ‘forte condanna’ del blitz è stata diffusa dall’ambasciata Usa di Roma, secondo la quale ”lo sconfinamento illegale da parte di manifestanti in una struttura militare e la deliberata e irresponsabile distruzione della proprietà degli Stati Uniti hanno messo a rischio sia i manifestanti che i soccorritori. Condanniamo tali azioni”. ”Gli Stati Uniti – ha reso noto l’ambasciata a Roma con una incredibile dose di cinismo, ipocrisia e faccia tosta – sostengono convintamente il diritto ad una protesta pacifica. Comprendiamo le preoccupazioni relative alla struttura Muos sollevate da alcuni cittadini che abitano nella zona, ed é il motivo per cui stiamo cooperando a pieno con il Governo italiano, che sta realizzando un nuovo studio sull’impatto per la salute e che sarà completato entro il 31 maggio 2013. Uno studio che siamo fiduciosi confermerà la sicurezza della struttura”. Gli Usa hanno denunciato anche il sabotaggio della centralina di collegamento dei cavi elettrici, collocata sul basamento di una delle 41 antenne. Gli attivisti hanno spiegato che in realtà uno dei partecipanti al blitz ha solo scollegato un paio di cavetti, svitandoli.

A dar man forte agli amici di Washington ci ha pensato un comunicato del Ministero della Difesa che, pur riconoscendo la “necessità di tutelare la salute dei cittadini” dall’altro ribadisce che gli impianti della Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi ”sono indispensabili per le operazioni della Nato nel Mediterraneo e quindi per la sicurezza nazionale” e ”il loro funzionamento deve essere assicurato”. Chiari, no?

In serata il Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos che punta il dito anche contro le istituzioni regionali e il loro immobilismo. “L’azione degli attivisti porta momentaneamente l’attenzione su quanto sta accadendo a Niscemi. In questi giorni, infatti, i comitati e gli attivisti hanno più volte denunciato le gravissime violazioni da parte della marina militare USA all’atto di revoca delle autorizzazioni alla costruzione del MUOS, firmato dalla Regione siciliana lo scorso 29 marzo. Ma ancora più grave è stato vedere gli operai del cantiere scortati dalla polizia italiana per permettere loro di entrare all’interno della base e proseguire i lavori. – Scrivono i No Muos – Le nostre denunce non hanno trovato ascolto da parte di nessuno, e appare chiaro a questo punto come neanche quella parte di istituzioni che aveva fatto in modo che si arrivasse alla firma di un atto di revoca, ci creda realmente e si adoperi perché venga rispettata. E così, mentre i cittadini sono costretti per l’ennesima volta a vedere calpestati e umiliati i loro diritti e le loro istanze, ingannati da una classe politica che risponde solo a se stessa, sono i movimenti a dover agire dal basso, anche attraverso azioni eclatanti come quella di oggi, mettendo a rischio la propria incolumità fisica e dovendo subire denunce e misure repressive. Quella dal 21 al 28 aprile è la settimana RESISTENTE indetta dal coordinamento regionale dei comitati No MUOS con una serie di iniziative, il cui obiettivo è quello di unire simbolicamente la Resistenza partigiana con quella NO MUOS. E quello di oggi è un gesto di resistenza che vuole gridare a gran voce che la lotta contro il MUOS e le 46 antenne andrà avanti fino a quando la sughereta di Niscemi non verrà smilitarizzata”.

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