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Chiomonte: anziani ma arzilli No Tav assaltano il cantiere. Nove fermi

Da sempre, magistratura, politica affaristica e media mainstream tentano di dimostrare che in Val Susa esisterebbe un movimento di cittadini onesti e tranquilli, rispettosi della legge anche se contrari all’alta velocità che devasta il loro territorio e poi una piccola minoranza di violenti, estremisti, black bloc che dir si voglia. Ci sarebbero i “No Tav buoni” (ma in democrazia si può dire tutto no? A condizione che non intralci il manovratore…) contro i ‘No Tav violenti e cattivi” insomma. I primi da blandire, i secondi da reprimere duramente a suon di cariche, arresti e condanne esemplari. Peccato che ogni qual volta il movimento No Tav nella sua interezza ha negli ultimi anni violato una legalità fatta ad uso e consumo degli speculatori e dei devastatori mettendo in prima piano la giustizia e la democrazia a fare le spese della democrazia siano stati indistintamente i giovani anarchici di Torino come le signore di Bussoleno o gli anziani di Venaus. Quando la protesta mette in discussione le priorità del potere non esistono più buoni e cattivi.

E sempre essere stato proprio questo il messaggio lanciato ieri notte da un piccolo gruppo di ‘pantere grige’, manifestanti tutti over 60 che hanno inscenato davanti al cantiere-fortino di Chiomonte una sonora e pirotecnica protesta, imitando simbolicamente quella attuata – con petardi e sassi lanciati contro le reti – sabato scorso e che ha portato all’arresto di ben otto giovani No Tav incarcerati e rimessi in libertà solo a metà settimana. Il carattere simbolico dell’iniziativa non deve essere però stato colto all’inizio dalle forze dell’ordine schierate come sempre in maniera massiccia a guardia del fortino, che hanno proceduto a fermare i nove anziani ma arzilli contestatori, per fortuna questa volta identificati ma poi rilasciati dalla polizia anche se dopo essere stati denunciati.
Comunque il messaggio – non è questione di età, la determinazione a bloccare la dannosissima e costosissima grande opera accomuna tanto i giovani quanto gli anziani abitanti della valle ed attivisti solidali – è passato visto che oggi vari media, anche se senza concedere troppo spazio – che non ci sono stati scontri e feriti, e se non c’è il “sangue” giornali e tv non si appassionano – titolano “anziani contro il Tav”.

Di seguito il comunicato pubblicato dal sito www.notav.info:

Ieri sera, poco dopo la mezzanotte un gruppo di no tav ha portato un nuovo attacco al cantiere del tunnel geognostico. Fuochi artificiali e petardi sono stati lanciati oltre le recinzioni. Un altro gruppo di attivisti invece ha chiuso con catene e lucchetti i cancelli per impedire alle forze di polizia di uscire. Dalle prime notizie che giungono sappiamo che i no tav fermati sono 9.  Comunichiamo subito che stanno tutti bene e che ora sono stati rilasciati. Dopo alcuni trascinamenti e strattoni iniziali, come per gli otto arrestati di sabato scorso, sono stati portati dalla polizia all’interno del cantiere per essere identificati. Da qui in avanti però arrivano i primi problemi per gli “operatori di sicurezza”. Dopo una gioia iniziale per aver portato a termine un’altra grande operazione qualche conto non torna più molto bene. Questa volta gli “arrestati” sono tutti over 60 con alcuni picchi che sfiorano gli 80. I giovani no tav invece sono al presidio di Venaus che attendono notizie e svegliano i genitori e gli avvocati nel pieno della notte. Dopo alcuni consulti, forse anche coinvolgendo la procura della repubblica di Torino le forze di polizia hanno così scelto di rilasciare tutti i fermati, nonostante l’azione sia stata identica a quella che ha portato sabato scorso all’arresto di otto giovani no tav. Troppo scomodo politicamente l’arresto di una persona anziana? O troppo scomodo ammettere che anche nove anziani possono fare alcuni km di sentieri, travisarsi, lanciare cosa vogliono all’interno del cantiere ed essere fermati solo perchè di loro iniziativa scelgono di non fuggire? La verità non la sapremo mai ma ad entrambe le nostre domande rispondiamo sì, è scomodo far vedere al mondo che in val di Susa resistono tutti e che tutti i soldi, milioni di euro ormai, spesi in infrastrutture di sicurezza (migliaia di metri di recinzioni) e forze di polizia sono inutili.
Dopo questa notte possiamo dirlo con certezza, tutti possono partecipare alla resistenza no tav!Per impedire un immenso spreco di denaro pubblico. Per impedire la devastazione di un territorio intero. Per destinare questa ricchezza o questi sforzi verso chi ne ha veramente bisogno. Dalle infrastrutture utili come le scuole alla messa in sicurezza idrogeologica per arrivare alle decine di migliaia di migranti che ogni giorno con difficoltà giungono in Europa.

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