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Burgos: il sindaco cede, ma la protesta continua

La buona notizia è arrivata ieri, mentre centinaia di abitanti del combattivo quartiere di Gamonal erano riuniti nell’ennesima assemblea. “Il sindaco ha deciso di bloccare i lavori” di costruzione del parcheggio interrato e del cosiddetto ‘boulevard’ nella zona operaia e popolare alla periferia di Burgos. 

Solo pochi giorni fa Javier Lacalle, sindaco di destra della città castigliana, aveva tuonato che mai e poi mai le proteste avrebbero bloccato i lavori in calle Vitoria. Ma dopo cinque giorni di manifestazioni, presidi, blocchi e anche violenti scontri con i reparti antisommossa della Polizia Nazionale, decine di contusi e feriti e 46 arresti, il primo cittadino ha dovuto cedere alla popolazione. Non solo la protesta proseguiva compatta con migliaia di persone che partecipavano alle mobilitazioni, ma la mobilitazione di Gamonal aveva cominciato a suscitare solidarietà e simpatia in tutto il paese. Manifestazioni di sostegno alla lotta degli abitanti di Gamonal e di rifiuto delle politiche di gentrificazione del tessuto urbano proprio mentre il governo sottrae fondamentali risorse allo stato sociale si sono tenute ieri e oggi in numerose località, e per i prossimi giorni forze sociali, politiche e sindacali hanno convocato decine di mobilitazioni in altrettante città dello stato spagnolo. Una miccia che potrebbe accendere la polveriera.
Nel tentativo di smontare la protesta e guadagnare tempo, il sindaco del PP ha deciso l’istituzione di un gruppo di lavoro o di una commissione a livello comunale – composta da partiti politici, associazioni e comitati di quartiere – che cerchi un maggiore consenso sulle grandi opere che continua a considerare necessarie. Il verdetto, ha affermato Lacalle, dovrebbe arrivare tra quindici-venti giorni.
Ed è proprio per questo che nonostante l’evidente soddisfazione le assemblee dei cittadini di Gamonal che si sono tenute ieri ed oggi hanno deciso di continuare la lotta e di rimanere in piazza. A maggior ragione dopo aver costretto la giunta a cedere, seppure temporaneamente e per motivi ‘tattici’, gli abitanti del ‘barrio obrero’ non hanno nessuna intenzione di smobilitare. “I lavori sono paralizzati fin da lunedì, mica da ieri – ha ricordato un cittadino durante l’assemblea che ha deciso la continuazione della protesta – e questo perché c’eravamo noi a impedirli”.
I comitati spontanei di Gamonal chiedono la liberazione di tutti i vicini arrestati – sono sei finora quelli finiti dietro le sbarre – e che decadano le accuse nei confronti di quelli denunciati a piede libero, la chiusura definitiva del cantiere e il ritiro dalla città dei reparti antisommossa – gli Uip – inviati dal governo a Burgos per dar man forte alle forze di sicurezza locali. E sullo sfondo rimane la richiesta che un personaggio come l’imprenditore Mendez Pozo – proprietario di aziende, tv, radio e giornali – cessi di governare la città manovrando sindaco e assessori a proprio piacimento. Intanto l’assemblea ha deciso di creare una Assemblea di Quartiere realmente rappresentativa degli abitanti di Gamonal che sostituisca il comitato di quartiere già esistente, accusato di essere troppo ‘collaborativo’ con Lacalle e soci. Inoltre l’assemblea ha deciso anche di mantenere la ‘Cassa di Resistenza’ allo scopo di contribuire alle spese legali di coloro che sono stati arrestati o denunciati e per aiutare alcuni abitanti di Gamonal che hanno perso il lavoro o ricevono pensioni da fame e vivono quindi in condizioni di estrema povertà.
La lotta di Gamonal non è finita. Anzi, potrebbe essere soltanto all’inizio.

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