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Rajoy ordina: per la Spagna cura greca

Non ha perso proprio tempo Mariano Rajoy, e a poco più di un mese dalle elezioni che lo hanno trionfalmente portato alla Moncloa ha annunciato oggi una manovra alla greca per la Spagna. Una manovra targata Bce – e Lehman Brothers, ovviamente – e che ai cittadini dello Stato farà passare una nochevieja all’insegna dell’ansia.

Lo snello esecutivo monocolore del Partido Popular ha approvato un aumento – definito «temporaneo» – delle tasse per i prossimi due anni e altre misure economiche che si tradurranno in un taglio iniziale di 8,9 miliardi di euro; l’obiettivo è quello di ripianare il deficit di bilancio arrivato in chiusura d’anno all’8%. Lo ha annunciato la portavoce dell’esecutivo oltre che numero due della squadra di Rajoy, Soraya Saenz de Santamaria, al termine del secondo consiglio dei ministri dal suo insediamento. Per indorare la pillora e gettare l’onta sul suo predecessore la Saenz ha detto cià che ogni scalto sindaco dice di chi occupava lo scranno prima di lui: «Questo divario di bilancio non era previsto e il governo si vede costretto ad intraprendere azioni che altrimenti non avrebbe preso». La previsione del precedente governo era di un deficit del 6% per tutto il 2011, ha puntualizzato la vicepremier.
Tra le misure annunciate il congelamento dei salari di tutti i lavoratori pubblici, almeno fino a marzo. E’ la prima volta che accade in Spagna negli ultimi 45 anni, un record per cui Rajoy verrà ricordato, ma immeritatamente visto che la misura era stata già annunciata dal socialista Zapatero, uscito di scena per cause di forza maggiore – anche lui per una telefonata della Merkel? – prima di poter mettere in pratica alcuni dei suoi proponimenti. Il governo di destra ha anche annunciato ai sindacati un congelamento del turnover nella maggior parte dei settori della pubblica amministrazione, garantendo la sostituzione solo del 10% del personale in uscita e solo nei settori della sanità, della pubblica istruzione, delle forze di sicurezza e dei servizi antifrodi fiscali. Agli statali Rajoy – o dovremmo dire la Bce – regalerà per il prossimo anno un aumento dell’orario di lavoro a 37.5 ore settimanali. I tagli al settore pubblico naturalmente si tradurranno in licenziamenti più o meno mascherati da mancati rinnovi o da mobilità: i settori più colpiti saranno il ministero dello Sviluppo (1,614 mld), quello dell’Industria (1,091 mld), i discasteri dell’Economia (1,083 mld) e degli Esteri (1,016 mld).  

Tra le nuove imposte decise, si andrà ad un aumento progressivo dell’Irpef, dallo 0,75% per il primo scaglione fino al 7% per il livello massimo, che dovrebbe garantire 6 miliardi di euro di nuove entrate. Come le misure annunciate possano alleviare la tremenda situazione sociale del paese – spicca il 22% di disoccupazione, 45% tra i giovani – non è dato sapere. 

E per non farsi mancare niente la Moncloa ha anche scelto il comune di Villar de Canas, vicino a Cuenca, nella Castiglia La Mancia, quale sede del futuro Deposito Temporaneo (del resto, tutto è temporaneo no?) delle scorie nucleari prodotte in tutte le centrali del paese. Il comune rurale, 442 abitanti, è stato scelto fra diverse località che si erano candidate per ospitare la ‘pattumiera’ nucleare dello Stato, in cambio di investimenti promessi di circa 700 milioni di euro. Chi sa se basteranno a pagare le spese mediche e le cerimonie funebri per gli abitanti della zona…

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