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Siria. La Turchia ne approfitta per bombardare i curdi. Le Ypg: “Ci ritiriamo dall’offensiva su Raqqa”

La "guerra contro l'Isis" in Siria continua a rivelarsi un pretesto per rese dei conti e alleanze temporanee trai vari soggetti che agiscono nel teatro della guerra siriana. Le forze armate turche e le milizie curdo siriane, in questo teatro sostenute da Washington, sono state nuovamente coinvolte in un conflitto a fuoco alla frontiera tra la Turchia e la Siria.”. Un comunicato diffuso dalle forze armate di Ankara afferma di aver replicato a lanci di razzi provenienti da zone in Siria sotto controllo delle milizie Ypg contro un posto di frontiera del distretto di Ceylanpinar, nella provincia turca du Sanliurfa. “Undici terroristi sono stati neutralizzati”, ha dichiarato l’esercito turco in un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa filogovernativa Anadolu, senza riferire di vittime tra le sue fila. Questi scontri arrivano in un clima di grande tensione alla frontiera turco siriana, dove soldati turchi e membri di Ypg (Unità di protezione del popolo curdo) da tre giorno si scambiano colpi di arma da fuoco.

I combattenti curdi sono pronti a ritirarsi dall’offensiva in corso contro l’Isis a Raqqa se gli Stati Uniti non faranno nulla di concreto per fermare i raid aerei della Turchia contro le forze curde. E’ quanto ha detto la portavoce del battaglione femminile delle Unità di Difesa del popolo (Ypj), Nesrin Abdullah, dopo gli attacchi di giorni scorsi messi a segno da Ankara, costati la vita a 28 persone, tra cui 20 combattenti curdi, 12 donne e 8 uomini. Due giorni fa, le Unità di difesa del popolo (Ypg) avevano chiesto di imporre una no-fly zone su Rojava, il Kurdistan siriano, accusando Ankara di “aiutare i terroristi” “Se gli Stati Uniti o la coalizione o il portavoce Usa riesce solo a dire ‘siamo preoccupati o non siamo contenti’ (dei raid turchi, ndr), a noi non va bene – ha detto Abdullah a Sputnik in lingua turca – se questa è la reazione, noi non la accettiamo. Significa che accettano quello che ci è stato fatto. “Fino ad oggi abbiamo combattuto al fianco della coalizione contro il terrorismo Isis – ha proseguito – siamo ancora impegnate in questa lotta. Ma la nostra gente aspetta una risposta da noi sul perchè la coalizione non sta dando prova di una reazione concreta verso la Turchia. Se la coalizione non dà prova di una reazione concreta allora ritireremo le nostre forze da Raqqa. La coalizione deve convincere la nostra gente. Non siamo il bastone di nessuno con cui colpire il loro nemico”. Nesrin Abdullah ha quindi ricordato che la Turchia è un Paese Nato e che un’assenza di risposta significa che l’Alleanza atlantica ha approvato gli attacchi di Ankara. Al contrario, mentre la Nato tace sui bombardamenti turchi contro i curdi delle Ypg, il ministero degli Esteri russo ha definito  “inaccettabili” i raid aerei turchi contro le forze curde in Siria ed ha lanciato “a tutte le parti” un appello “alla moderazione”. Questi raid “suscitano la massima preoccupazione a Mosca”, ha sottolineato il ministero russo.

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