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Argentina. Macrì “riforma” le pensioni e fa reprimere le proteste

Questo articolo compare in contemporanea su Contropiano e L’Antidiplomatico

La criticata riforma del programma pensionistico voluta da Macrì in Argentina è stata approvata questo martedì. Nonostante le proteste di massa e la brutale repressione della polizia contro manifestanti, giornalisti e politici, il nuovo corso neo-liberale del paese assegna un primo colpo. 

Dopo oltre 16 ore di discussioni, il Congresso argentino ha deciso di approvare la controversa riforma delle pensioni, con 128 voti favorevoli, 116 contrari e due voti astenuti.

La riforma delle pensioni modificherà la formula per il calcolo del reddito dei pensionati: i pagamenti si adeguerebbero ogni trimestre in base all’inflazione, anziché all’attuale sistema di aggiustamenti semestrali legati agli aumenti salariali e alle entrate fiscali. Questa modifica prevedrebbe un aumento delle pensioni del 5,7% per il prossimo anno; con il calcolo corrente l’aumento sarebbe stato del 12%.

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“La fretta di votare questa legge durante la notte” è un oltraggio per i pensionati argentini. Lo ha dichiarato Nathalia Gonzalez del Fronte di Sinistra a Telesur, aggiungendo che è il governo argentino è “dei ricchi e vuole solo il beneficio dei ricchi.”

Gonzalez ha inoltre spiegato che la riforma, guidata dal presidente Mauricio Macri, avrebbe deturpato i pensionati quei miliardi che servono per estinguere il debito estero.

Lunedì, anche Diego Maradona è intervenuto per esprimere la sua rabbia per il trattamento riservato ai manifestanti dalle forze di sicurezza argentine. “Voglio vedere la gente del mio paese come il giorno in cui abbiamo portato la [Coppa del Mondo] nel 1986.” #FuerzaArgentina!

“I cambiamenti generano disagio chiaramente, ma sono necessari”, ha detto il presidente in una conferenza stampa dopo la repressione il presidente Macrì, che ha giustificato la repressione sulla base di una presunta violenza generata dai manifestanti di fronte al Congresso.

Il presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, ha tenuto una conferenza stampa martedì in cui ha assicurato che, sebbene le riforme generino disordini nella popolazione, “sono importanti e necessarie per un futuro migliore”. Macri ha poi ricordato che durante il summit del G20 tutti i presenti hanno convenuto che il suo paese fosse sulla strada giusta.

Durissima è stata la presa di posizione del premio Nobel per la Pace Pérez Esquivel, incarcerato e torturato sotto la dittatura militare.  «Non possono continuare a reprimere la gente. (Il ministro della sicurezza, Patricia) Bullrich deve essere allontanata. La gendarmeria ha puntato le sue armi contro il popolo. Questo non è democratico, chiediamo che lo Stato di diritto sia rispettato e che i diritti umani siano rispettati». «Esigiamo che cessi la repressione», ha aggiunto il Premio Nobel, evidenziando come il regime di Macri ricordi molto da vicino “epoche passate di militarizzazione, di repressione e non voler ascoltare la voce del popolo. Non possiamo continuare così”, aveva concluso.

Tra le immagini più raccapriccianti della repressione dei servizi di sicurezza argentini contro i manifestanti c’è questo video in cui si può vedere un pensionato manifestante barbaramente investito.

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