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I padrini dell’Unione Europea “condizionano” le elezioni

Per una volta potremmo dire che aveva ragione Marco Minniti, quando avvertiva – soltanto due giorni fa – che “il rischio che le mafie possano condizionare il voto libero degli elettori del nostro Paese minaccia il valore piu’ importante della nostra democrazia”.

Ieri pomeriggio il “condizionamento” è in effetti scattato con veemenza inaudita, pur avendo il volto fintamente pacioso di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, il cosiddetto “governo della UE”.

A dieci giorni dal voto, infatti, il lussemburghese se n’è uscito con un “avvertimento” in puro stile padrinale: “C’è un inizio di marzo molto importante per l’Ue. C’è il referendum Spd in Germania e le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l’esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell’Spd” (sull’accordo per una grande coalizione con la Cdu-Csu di Angela Merkel). Per essere ancora più minaccioso ha aggiunto che dobbiamo prepararci allo scenario peggiore. Il peggiore scenario potrebbe essere nessun governo operativo in Italia”.

Peggioto dubbi sulla stessa tenuta dell’architettura europea: é possibile “una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo, ci prepariamo a questo scenario”. “Non mi faccio illusioni sull’Europa, meglio non essere troppo ottimisti”.

Se avesse parlato in tarda serata, probabilmente non avebbe fatto grandi danni. Tutti sanno che l’attendibilità di Juncker cala col passare delle ore (dicono sia un vero “intenditore”, tipo un vecchio sketch di Crozza). Invece ha parlato in pieno giorno, a mercati aperti, e immediatamente ha fatto crollare le borse europee, soprattutto quella italiana (ha chiuso a -0,84%, dopo aver raggiunto anche il -1,6), e il famoso spread ha ripreso a correre verso l’alto, raggiungendo i 137 punti di divario rispetto ai Bund tedeschi.

Non c’è dubbio che il messaggio principale fosse diretto all’Italia e agli elettori, perché scelgano – come si usa dire – “partiti europeisti”, anziché quelli definiti “populisti”. Sorge il fondato dubbio che a Juncker non abbiano spiegato bene la situazione italiana, dove tutti i partiti principali sono ormai saldamente “fedeli fino alla morte” alle direttive di Bruxelles. Anche quelli che fino a qualche tempo fa sembravano più “dirazzanti” hanno spiegato in lungo e in largo che adesso sono prontissimi a fare esattamente come i governi Monti e Renzi. Il neo “capo politico” dei Cinque Stelle ha fatto il classico giro delle sette chiese (Stati Uniti, Cernobbio, la City di Londra, ecc) per rassicurare “i mercati”. E lo stesso Salvini, tra un borborigmo e un insulto, sa benissimo che tute le sue chance ministeriali dipendono dalla buona disposizione del Cavaliere (ora “garante” presso la Merkel).

A prima vista, dunque, la “proposta che non si può rifiutare” avanzata da Juncker sembrerebbe superflua, ma da quelle parti devono aver pensato che la marea di promesse buttate lì in campagna elettorale potrebbero creare nella popolazione una “irrazionale euforia”. Al contrario, Bruxelles ha già annunciato che a maggio – qualsiasi sia il governo che uscirà fuori dal cilindro di Mattarella – ci sarà da fare una prima manovra “lacrime e sangue”. E l’anno prossimo, data di inizio del ventennio scandito dal Fiscal Compact, comincerà una vera ecatombe sociale.

Dire la verità agli elettori” non sembra il primo pensiero dei politici dell’establishment italiano; e allora ci pensa Juncker a sussurrare “ricordati che devi morire…”.

Visto dalla nostra angolazione, però, la sortita del lussemburghese risulta paradossalmente utile a rischiarare l’orizzonte verso cui dovrebbe viaggiare una “sinistra” con qualche ambizione di cambiamento favorevole a lavoratori, giovani, pensionati, disoccupati: il nostro nemico vero non è soltanto il padronato italico (sempre più in fuga) o i vecchi (?) partiti politici, che nell’insieme comandano soltanto sulle proprie ridotte clientele (con il taglio della spesa pubblica, c’è di meno da distribuire). Ma soprattutto l’Unione Europea, organismo tecnoburocratica messo a difesa degli interessi delle multinazionali e della grande finanza continentale.

Sapevatelo…

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