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Due rapper condannati in Spagna per “terrorismo” musicale

Ma davvero qualcuno può ancora credere che l’Unione Europea sia un baluardo contro l’autoritarismo fascistoide? Eppure le prove contrarie sono ormai centinaia, e non stiamo parlando di quei “dissennati dell’Est” che costituiscono la punta di lancia del fascismo propriamente detto (a cominciare dall’Ucraina “democratica” governata dagli eredi dei collaborazionisti nazisti)…

Uno dei paesi più importanti dell’”Europa democratica”, la Spagna, non perde occasioni di far vedere come l’attuale governo sia in continuità diretta con il franchismo. Non bastavano gli arresti dei leader catalani indipendentisti, lo scuioglimento di un’assemblea regionale regoarmente eletta, un presidente costretto all’esilio insieme ad alcuni membri del suo governo. Tutti colpi all’immagine e alla sostanza “democratica” dell’Unione Europea cui la stessa Ue ha reagito pilatescamente: appoggio pieno a Madrid, ma benevolo assenso all’esilio di Carles Puigdemont nella capitale, Bruxelles.

Ora un nuovo caso, sempre in Spagna, che rivela inquietanti analogie tra il regime post-franchista di Mariano Rajoy e quello neo-ottomano di Erdogan: due giovani rapper sono stati condannati in questi giorni per i testi delle loro canzoni. L’incredibile notizia non sembra aver scosso più di tanto neanche i nostrani campioni di “diritti umani”, e in primo luogo della libertà di espressione.

Il primo rapper è ovviamente catalano e indipendentista. Pablo Hasél, di Lerida, è stato condannato a due anni di carcere, oltre a dover pagare una multa di 24.300 euro. Del tutto “politici” e interni alla sfera della libertà di espressione sono i reati contestati: “esaltazione del terrorismo”, “insulti alla monarchia”, “calunnie e ingiurie contro istituzioni dello Stato”.

L’altro, José Miguel Arenas, noto con lo pseudonimo Valtònyc, è invece delle Baleari, ma gli erano state contestate le stesse accuse. Quest’ultimo caso è al momento il più grave, perché la condanna a tre anni e mezzo di carcere è diventata ormai definitiva dopo la conferma da parte del Tribunale supremo, e quindi Valtonic dovrebbe essere arrestato nelle prossime ore.

Analizzando la sentenza si vede che i giudici hanno preso in considerazione soltanto delle parole. Nella sentenza si legge infatti che “i loro testi non sono irrilevanti, non realizzano una critica politica al capo dello Stato, ma ingiuriano e calunniano, e minacciano di morte il re o membri della famiglia reale”. A quanto pare nella “democratica” Spagna la monarchia ha ristabilito alcune delle prerogative di cui godeva ai tempi dell’assolutismo…

I militanti di Esquerra Republicana – la sinistra indipendentista catalano – hanno già manifestato davanti al Tribunale contro la condanna di Hasel, militante comunista che non è apparso per nulla intimidito: “Mi hanno condannato a due anni e a un altro di pena-multa, ossia tre. Che vanno a sommarsi con gli altri due che ho già per canzoni contro il regime (era già stato condannato una prima volta nel 2014, ndr). Trascorrerò cinque anni in carcere per un delitto d’opinione ma non mi piegherò mai. Mai, fascisti di merda”.

Tra le canzoni “imputate” ce n’è in particolare una in cui – in un’intervista video! – Juan Carlos (che ha abdicato in favore del figlio Felipe) spiegava che l’ex dittatore Francisco Franco è “un esempio vivente per il suo impegno patriottico al servizio della Spagna”.

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