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Libia. Le milizie di Haftar marciano verso Tripoli. Scontri nel sud

A quanto pare in Libia si avvicina il giorno della verità nei rapporti di forza tra il governo di Tobruk e il governo di Tripoli (quello “riconosciuto” dalla comunità internazionale, ndr).

Il governo di Tripoli ha infatti dichiarato l’allerta generale dopo che una colonna di 300 mezzi blindati del Libyan National Army (LNA) del generale Khalifa Haftar, si è messa in marcia con il dichiarato obiettivo di “ripulire la Tripolitania dal terrorismo” ed è arrivata nella città di al Garian, solo ad un centinaio di chilometri a Sud della capitale Tripoli.

Nella nottata si sono verificati i primi scontri “tra le forze di Bengasi (LNA) e milizie armate rivali a sud di Tripoli”, senza precisare la località dove sarebbero avvenuti. E questo mentre sui social media, account vicini ad Haftar hanno pubblicato un comunicato attribuito ad una milizia fedele al governo di Tripoli, che annuncia di passare a fianco delle forze di Haftar. “Al fine di evitare lo spargimento di ulteriore sangue dei figli di una unica patria, noi Brigate dei Ribelli di Tripoli annunciamo di stare dalla parte della maggioranza degli onesti del popolo libico e di unirci a LNA sotto la guida del generale Haftar e tutte le nostre forze da ora in poi rispondono al suo comando”.

Il generale Haftar come noto, è apertamente sostenuto dall’Egitto, dalla Francia e dall’Arabia Saudita. Mentre l’Italia fino ad oggi ha sostenuto la legittimità di Fayez Serraj, presidente del governo di Tripoli, quello formalmente, e sempre più formalmente, riconosciuto dall’Onu.

L’agenzia Askanews riferisce che la mobilitazione generale ordinata dal presidente del governo di Tripoli, Fayez Serraj, è stato rilanciato anche dal ministro dell’Interno Fathi Bishaga. In un comunicato rivolto ai cittadini di Tripoli e ripreso da Libya Observer, Bishaga ha detto: “Assicuro al nostro popolo libico che le forze del Ministero degli Interni sono pronte e pienamente capaci di affrontare qualsiasi tentativo di minare la sicurezza della capitale o mettere in pericolo la sicurezza dei civili”. Secondo il ministro, “non c’è modo di porre fine alla crisi se non attraverso mezzi politici e pacifici, la sicurezza di Tripoli non potrà essere scalfita”.

I gravi sviluppi degli avvenimenti arrivano proprio mentre il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, proveniente dal Cairo, è arrivato nella serata di ieri a Tripoli, dove oggi dovrebbe incontrare Sarraj.

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