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Roma. Niente affatto rassegnati ma indignati

E cominciata ieri con una assemblea in piazza la protesta sotto Montecitorio convocata inizialmente dal Coordinamento Precari della scuola ma estesasi con un tam tam sulla rete a “tutte le reti e i movimenti di lavoratrici e lavoratori precari, ai disoccupati, alle stagiste, ai lavoratori dello spettacolo”. Dalle 18.00 alle 21.00 i precari ma anche attivisti sociali si sono alternati al microfono per raccontare mille storie specifiche ma comuni di precarietà nella scuola, nella pubblica amministrazione, nello spettacolo, all’Alitalia o nelle mille società esternalizzate. Ma l’aria non è affatto quella del racconto, cresce infatti la rabbia e la consapevolezza che la situazione non è più sopportabile né è scritto che sia immutabile. Molti interventi si sentono incoraggiati dal risultato del referendum sull’acqua pubblica e non solo come indicatore di partecipazione popolare che può cambiare le cose ma anche come “accompagnamento all’uscita” della classe politica. E qui i discorsi non fanno più riferimento solo a Berlusconi e al suo governo ma anche al Pd e alle sue scelte politiche come quelle che vengono emergendo dalla conferenza del lavoro a Genova o sulle privatizzazioni passate e future, che hanno trovato nel Pd e nei governi di centro-sinistra furori privatizzatori ben superiori a quelli del centro-destra. Lo dice esplicitamente Giulia dei punti San Precario, lo evoca Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani che ha annunciato una grande mobilitazione in questa piazza – Montecitorio – ma anche in tutte le piazze per mercoledì 22 giugno quando il governo chiederà la fiducia alla camera. E’ forte la consapevolezza della contraddizione tra beni comuni e priorità economiche del governo. Lo richiama una insegnante di storia e filosofia, precaria da 13 anni : “la scuola come l’acqua o la sanità sono beni comuni intangibili” ha affermato. Un ricercatore precario precisa: “sono un ricercatore innanzitutto perchè precario mi ci hanno reso quelli qua dietro” dice riferendosi al Parlamento. Una giovanissima ragazza spagnola è intervenuta per spiegare come è nato il movimento degli Indignados e l’importanza del fatto che prima i giovani si radunavano solo per bere ma adesso si radunano per fare qualcosa diben diverso. Gli indignati italiani hanno anche annunciato che si sposteranno da piazza san Giovanni, dove stazionano da alcuni giorni, a piazza Montecitorio per unificare le piazze e le mobilitazioni.In un comunicato si spiega: “Non c’è più tempo per aspettare, per sopportare insulti e deliranti dichiarazioni ministeriali, non é più il tempo di tollerare l’inadeguatezza di una classe politica che si attorciglia sui processi, sulla corruzione e sugli scandali, che ogni giorno aggiunge squallore alle sue miserie. E’ il tempo del risveglio di questo paese e della riscossa”.

Martedì 21 inizierà un presidio permanente che resterà anche la notte e mercoledi 22 giugno c’è l’appello a venire tutti in piazza Montecitorio appena possibile per rendere visibile l’indignazione popolare contro governo ma soprattutto contro le politiche antisociali perseguite da una intera classe politica, di centro-destra e di centro-sinistra

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