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La verità sulle stragi dei braccianti è scritta sullo scontrino

O non capiamo o facciamo finta di sapere come si fa. Cercherò di spiegarmi, proponendovi alcune domande.
Chi sono i negrieri? Gli autisti dei pulmini coinvolti negli incidenti mortali o gli uffici acquisti delle imprese della Grande Distribuzione?

Bisogna aumentare gli ispettori sul lavoro, come dice Di Maio, o indagare sul prezzo dei prodotti che viene pagato agli agricoltori?

Bisogna indagare sui legami con la mafia nei campi, come dice Salvini o andare a vedere che succede nella logistica che consegna i prodotti ai supermercati e alle aziende di trasformazione, quelle che mettono in barattolo i pomodori pelati e imbottigliano i succhi di frutta?

Bisogna fare visite di circostanza alle vittime e vertici delle forze dell’ordine con ardimentosi ordini del giorno, o dire la verità?

Che è questa: quando portate a casa la spesa con la convinzione di aver risparmiato, sappiate che quel pomodoro è il frutto del più sfacciato sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Quello sconto che il supermercato vi ha offerto con gli allegri cartelli sul banco della frutta e verdura non è un regalo del negozio, è il prezzo che è stato pagato in anticipo dai braccianti, dagli operai dei magazzini, dalle commesse e dei commessi del negozio in cui avete fatto l’acquisto. Loro guadagnano poco e lavorano male per garantire profitti ai big della GDO e lo sconto sul vostro scontrino.

Dobbiamo capire e agire.

Nel frattempo, però, quando incontrate un lavoratore dei campi, un lavoratore della logistica, un lavoratore del commercio fategli almeno un sorriso.

Il motivo è scritto sul vostro scontrino.

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