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Parte l’attacco agli “sprechi” nel pubblico. In Francia

Le agenzie statali francesi sono troppe, spesso poco efficaci e soprattutto molto onerose per le casse pubbliche. Lo ha sentenziato l’ispettorato generale delle finanze, in un rapporto chiesto dal precedente governo, nell’agosto 2011, e reso pubblico oggi dal ministero dell’Economia.
Nel 2012, spiega lo studio, le 1.244 agenzie statali, con i loro 442 mila dipendenti, sono costate alla Francia circa 50 miliardi di euro, il 15% in più rispetto a cinque anni fa. In questa cifra, «il montante aggregato dei fondi di funzionamento manifestamente eccessivi si eleva a quasi 2 miliardi di euro», recita il rapporto, additando in particolare la scarsa trasparenza della gestione finanziaria ordinaria, soprattutto per quanto riguarda l’investimento dei proventi delle tasse di settore, la mancanza di dettagli sull’utilizzo dei fondi assegnati e gli stipendi «scioccanti» di alcuni alti funzionari (il carattere semi-civile di un paese si vede anche da questo: si attaccano i privilegi di chi ci ha marciato, non lo stipendio di chi lavora).
Critiche di cui i ministeri dell’Economia e del Bilancio si impegnano a tener conto, riferisce una nota congiunta, impegnandosi a proporre delle «prime misure» di adeguamento già nella finanziaria d’autunno, e in seguito a lanciare una «missione di riflessione» su dimensioni e ruolo futuro di queste agenzie, nell’ambito di una «strategia globale di riforma e modernizzazione dell’azione pubblica» che sarà definita entro fine anno dal governo.

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