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Vola la disoccupazione nell’eurozona

Non è impossibile addentrarsi nelle statistiche, se non si perde di vista la realtà per adagiarsi comodamente sui numeri.
PArtiamo dai dati italiani, diffusi stamattina dall’Istat.
Il numero dei disoccupati, 2.744 mila, diminuisce dello 0,3% rispetto a luglio (-9 mila unità), per fattori tipicamente stagionali. Ma su base annua si registra una crescita pari al 30,4% (640 mila unità).
Il tasso di disoccupazione è dunque pari al 10,7%, stabile rispetto a luglio e in aumento di 2,3 punti percentuali nei dodici mesi.
Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 593 mila e rappresentano il 9,8% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 34,5%, in calo di 0,5 punti percentuali rispetto a luglio (anche qui è facile individuare i “fattori stagionali” che portano i giovani a trovare con più facilità  “lavoretti” in estate).
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,6% (92 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si attesta al 36,3%, con un aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e una diminuzione di 1,3 punti percentuali su base annua (la variazione positiva non è sorprendente, perché gli anziani che vanno in pensione – e quindi escono dalle statistiche della “popolazione in età da lavoro” – sono molto più numerosi dei giovani che vi entrano anno dopo anno).

A livello europeo la situazione non è affatto migliore. C’è stato un altro picco della disoccupazione, che ad agosto ha raggiunto il nuovo record dell’11,4%, il più alto dalla creazione della moneta unica. Lo ha reso noto Eurostat, che ha di nuovo rivisto al rialzo il dato di luglio, dall’11,3% all’11,4%. Ai massimi livelli anche il tasso nell’Ue a 27 paesi, al 10,5 per cento. Un anno fa, ad agosto 2001, il tasso di disoccupazione nei 17 era al 10,2%, mentre nei 27 era al 9,7%.
In totale, la stima è di 25,466 milioni di disoccupati in Europa, di cui 18,196 milioni nell’eurozona, segnando un ulteriore aumento rispetto a luglio di 49mila unità nei 27 e di 34mila nei 17.
Ma l’elemento fondamentale è nella dinamica della disoccupazione dopo l’introduzione della moneta unica:

Come si può agevolmente vedere, il tasso di disoccupazione nell’Eurozona a 17 paesi era più basso di quello dell’Unione a 27 (oltre alla Gran Bretagna, anche Svezia, Norvegia, paesi baltici, Polonia, Ungheria, Croazia, Slovacchia, Cechia). SI è invece rapidamente invertito dopo l’introduzione dell’euro (2002). Facile verificare che le “delocalizzazioni” a Est hanno velocemente sostituito la produzione nei paesi centrali o comunque ormai dentro l’area della nuova moneta.

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