Menu

Scuola pubblica. La lotta della “Pisacane” di Roma


Una scuola-laboratorio dove studiano e giocano bambini di 18 etnie diverse, un luogo di incontro “nella pratica di una cittadinanza convidisa” situata nel quartiere multietnico di Torpignattara, a Roma? Non si può ma tant’è.
“La Carlo Pisacane è una scuola viva e abituata a lottare per i propri diritti”, hanno scritto e ripetuto anche ieri genitori e insegnanti mentre, sulle scale della scuola, insieme a bambini di diverse culture, gridavano, ritmando, “scuola pubblica”.
Cartelli colorati, palloncini, tamburelli, fischietti, megafono e striscioni, come quello appeso tra il semaforo e uno dei tanti ponteggi: “Basta tagli alla scuola, basta tagli al futuro. Carlo Pisacane per un mondo interculturale”, recitava. Fasciata e sovrastata da ponteggi e impalcature ieri la Carlo Pisacane (la prima scuola pubblica del quartiere) è stata incartata anche simbolicamente durante l’iniziativa “’Legati alla scuola’ – come l’artista sarda Maria Lai, legata con tutto il paese alla montagna per chiedere la pace”. “Da quattro anni il comune di Roma tiene in cassa 1.800 euro per la ristrutturazione (…) sono stati già da tempo nominati appalti, architetti e geometri, ma non esiste né data né speranza di un inizio dei lavori” denunciano genitori e insegnanti.
Mentre il tempo passa inesorabile, le aule cadono in pezzi, il cortile interno è inagibile, i tagli licenziano maestre e la domanda su “quale sia il progetto educativo del comune di Roma per i bambini di Torpignattara” rimane, come troppe ormai, senza risposta. “Si può andare in una scuola senza cortile? No, non si può.

SAM 4671

SAM 4672

SAM 4677

SAM 4683

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *