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Cagliari. Pastori caricati dalla polizia

CAGLIARI
Ancora manganellate e lacrimogeni sul Movimento dei pastori sardi (Mps) che ieri ha sfilato in corteo per la vie centrali di Cagliari insieme ad artigiani, commercianti e a una delegazione del movimento dei forconi (agricoltori e pastori) venuti dalla Sicilia. «Un’isola allo sbando», la definiscono molti dei quasi 2 mila partecipanti alla manifestazione. Con le fabbriche chiuse, la pastorizia e l’agricoltura in piena recessione, l’artigianato in agonia, pare che l’intera Sardegna non riesca a trovare una via d’uscita dalla crisi. Un quadro desolante se si analizzano i dati riguardanti soprattutto la disoccupazione giovanile che nella regione sfiora il 50% (superiore di oltre 20 punti rispetto alla media nazionale).
Ieri, a onor del vero, si aspettavano almeno il doppio dei manifestanti e lo hanno dimostrato i numeri messi in campo dalle forze dell’ordine, schierate nel centro della città. La tregua fra le due parti si è rotta verso le 13,20 quando si è sparsa la voce che l’incontro con la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, e i rappresentanti dei manifestanti non si sarebbe tenuto, come da accordi presi, poiché i portavoce di artigiani e commercianti non erano stati fatti entrare. A quel punto un gruppo di pastori ha cercato di forzare un cordone di agenti che presidiava il palazzo del Consiglio in via Roma. Alcune cariche di alleggerimento, il lancio di qualche lacrimogeno e la notizia che una delegazione di tutte le componenti del corteo sarebbe stata ricevuta hanno riportato la calma.
Il faccia a faccia fra la Lombardo, i capigruppo di maggioranza e opposizione, e manifestanti sembrerebbe aver soddisfatto tutti. «Abbiamo ottenuto un buon risultato – ha spiegato il leader dell’Mps, Felice Floris – sulla legge sull’agricoltura con un iter che dovrebbe portare alla modifica della norma in Consiglio. Parleremo delle altre questioni relative al comparto anche con la Giunta. Sullo stato di crisi ci hanno risposto che dipende da Roma. E se occorrerà noi saremo nella capitale anche in 40-50mila». I comitati di artigiani e commercianti hanno inoltre annunciato che manifesteranno a Roma il prossimo settembre.
Dall’ultima protesta dell’Mps, che lo scorso ottobre portò davanti alla sede della regione migliaia di pastori, il copione sembra essere cambiato ben poco. Allora il bilancio dei tafferugli scoppiati fra dimostranti e forze dell’ordine fu pesante: un pastore perse un occhio dopo essere stato colpito da un lacrimogeno, tre persone vennero arrestate e numerosi furono i feriti. Oggi come dieci mesi fa la rabbia dei pastori è tanta, con il prezzo del latte rimasto invariato fra i 60 e 65 centesimi di euro a litro, mentre per produrlo sono necessari oltre 90 centesimi. Una lotta lunga un anno, che ha provato la pazienza e le forze del Movimento dei pastori sardi, guidato da Felice Floris.
Nell’interminabile inverno appena trascorso, le iniziative non sono mancate: dalle botte incassate nel porto di Civitavecchia a fine dicembre, dove i pastori furono bloccati da polizia e carabinieri che gli impedirono di recarsi nella capitale per un sit in, all’iniziativa davanti la borsa di Milano a febbraio e all’incontro di maggio con il ministro delle Politiche agricole e forestali, Saverio Romano, in via XX settembre a Roma. Azioni di basso profilo, dovute al fatto che i pastori non potevano muoversi a causa del lavoro, hanno cercato di tenere viva la fiamma della protesta.
Fra gli obiettivi da raggiungere nel medio termine, i pastori puntano all’attuazione della legge regionale numero 15, approvata lo scorso novembre, e che a loro avviso rimetterebbe in moto il comparto agropastorale. Altro passaggio centrale riguarda la stesura della nuova Pac (Politica agricola comunitaria), in discussione proprio in questi mesi a Bruxelles, dove la Sardegna dovrebbe essere più valorizzata e i pastori riconosciuti come veri custodi dell’ambiente.
Le novità rispetto a 12 mesi fa riguardano da un lato l’apertura del Movimento verso i colleghi della penisola, soprattutto siciliani, ma anche pugliesi e lucani, dall’altro l’alleanza con gli artigiani e i commercianti. Certo è, e di questo ne sono coscienti anche i maggiori rappresentanti dei pastori, che una protesta così lunga ha indebolito l’Mps. Il fatto che insieme ad altre categorie siano riusciti a mobilitare a Cagliari appena 2 mila persone, pur sempre fortemente combattive, rispetto alle oltre 10 mila delle volte precedenti è un dato che dovrebbe far riflettere. I pastori, che non hanno alle spalle una storia di battaglie sindacali collaudata con decenni di lotte, rischiano di sfilacciarsi e di rinchiudersi nel loro storico individualismo. La sfida che attende nel breve periodo Floris e tutti i dirigenti dell’Mps sta proprio nel ridare la speranza e le energie a una categoria delusa dalla politica e dai propri rappresentanti sindacali.

 

da “il manifesto” del 27 luglio 2011

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Lo. C.
Pastore munge poliziotto

«Non è stato lanciato dalla polizia il candelotto che ha scatenato l’ira dei pastori che manifestavano a Cagliari di fronte al Consiglio regionale». Parola dell’agenzia Adnkronos che cita «fonti qualificate». E allora chi è stato? Due le ipotesi. Busta A: «Il lacrimogeno, con innesco a strappo, potrebbe essere stato strappato ad un agente». Dunque, i pastori si sarebbero gasati da soli. Busta B: il suddetto lacrimogeno potrebbe essere stato «perso dallo stesso (l’agente di cui sopra, ndr), mentre le forze dell’ordine ‘spalleggiavano’ i manifestanti che cercavano di accedere all’area interdetta». Dunque, oltre alla pazienza gli agenti perdono pure i lacrimogeni. Conclusione dell’agenzia: «Il fumo ha generato rabbia e tensione e la polizia è stata costretta a caricare i manifestanti». Costretta da chi?

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