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La maggioranza omofoba della Camera

Per la seconda volta in questa legislatura la Camera «affossa» la legge contro l’omofobia. L’aula di Montecitorio approva (con 293 sì, 250 no e 21 astenuti) le pregiudiziali di costituzionalità di Udc, Pdl e Lega contro la proposta di legge che mirava a introdurre l’aggravante di omofobia nei reati penali.

Contro le pregiudiziali si esprimono Pd, Idv, Fli e Api, ma anche Santo Versace del Pdl. Il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna si astiene (mentre tutti i colleghi del governo votano a favore) e lo stesso fanno nel Pdl Claudio Scajola ed alcuni colleghi di partito a lui politicamente vicini. Vota contro, infine, il segretario del Pri Francesco Nucara. «Oggi la maggior parte del Parlamento ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni», denuncia in Aula subito dopo il voto Anna Paola Concia (Pd), relatrice di minoranza, interrotta dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Ma il leader di Fli, poco dopo, ne sposa la causa in Transatlantico: «Se fossi stato un semplice deputato che può votare e non il presidente, avrei votato convintamente contro le pregiudiziali», dice.

Nel centrosinistra è rabbia contro la maggioranza ed i centristi. «È una vergogna che spero non passi inosservata, perchè è una pagina brutta. Quando hanno approvato il reato di immigrazione clandestina non si sono fatte sofisticazioni, ora su una norma che è contro tutte le discriminazioni si sollevano argomenti inaccettabili», tuona in Transatlantico il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. «Oggi il Parlamento ha vissuto una pagina tristissima, vergognosa», gli fa eco la presidente dei senatori democrat, Anna Finocchiaro secondo la quale «con l’affossamento della legge vengono cancellati sacrosanti diritti di civiltà».

Dello stesso parere Massimo Donadi dell’Idv che attribuisce la vittoria in Parlamento «all’incivilt…». E sull’arretratezza culturale delle destre concentra le sue critiche il leader di Sel Nichi Vendola: «ancora una volta – dice – questo Parlamento si mostra incapace di capire ciò che accade nella società e si chiude nel proprio cuore di tenebra». Delusione per il voto a Montecitorio viene, poi, espressa anche dal Consiglio d’Europa. Ma il Pdl non ci sta. «Non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale», dice il capogruppo Cicchitto. «Abbiamo affermato – gli fa eco Enrico La Loggia – il principio che i cittadini sono tutti uguali e che non ce ne possono essere alcuni più uguali degli altri».

Perchè, rileva Rocco Buttiglione dell’Udc, con questa legge «Lo stesso reato commesso contro un omosessuale verrebbe sanzionato in maniera diversa rispetto allo stesso reato commesso contro un eterosessuale». Ma la posizione del Pdl non è granitica: se il portavoce Capezzone parla di «occasione persa», per Carlo Vizzini «il Pdl ha perso un’occasione per essere laico» Il ministro Carfagna motiva la propria astensione con l’auspicio che «si arrivasse alla discussione nel merito del provvedimento, per migliorarlo». Dopo che il «Parlamento si è espresso chiaramente», Carfagna si augura «che si possa ricreare al più presto il clima necessario per la ripresa del dialogo tra maggioranza e opposizione e che, dal confronto, possa nascere una proposta capace di trovare il consenso». (Ansa)

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