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Monti fa il sordo e non media

“Se ci sarà un innalzamento della fascia di indicizzazione delle pensioni sarà un primo risultato”, ma il governo, nell’incontro di ieri “non ci ha parlato di questo aumento. E’ come se ci fossero due realta parallele”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cigl, dai microfoni di “Agorà” su Rai3, ha spiegato che l’incontro tra governo e sindacati e l’eventualita che l’esecutivo riveda l’indicizzazione delle pensioni. “Se dovessimo giudicare da quanto emerso ieri sera non c’è alcun emendamento concordato”. ”Non sono arrivate risposte nè nel merito nè nel metodo per il futuro. Non possiamo che mantenere le nostre posizioni. E dunque lo sciopero. Per revocare lo sciopero erano necessarie risposte all’altezza delle richieste di equità”.

Niet su tutti i fronti, dunque. Nemmeno la conferma di quanto vanno dicendo da giorni Tg e giornali”si rivede l’indicizzazione delle pensioni fino a 1.400 euro e si metteranno sconti sull’Ici”. Possibile, dunque, che non ci sia proprio nulla di diverso dalla prima stesura. Se così fosse, sarà l’ennesimo voltafaccia di un governo con un’evanescente legittimazione democratica ma intriso di una criminale determinazione programmatica. E’ stato lo stesso Monti a ripetere più volte che “i saldi sono intoccabili”, ma questo lo facevano anche altri governi; “qui la cosa è più ambiziosa; certamente non si può toccare il saldo, ma ci sono riforme strutturali e una visione nostra, del governo, di distribuzione dei carichi”.

Chi si ostina – come i sindacati confederali o alcuni giornali “di sinistra” ­ a ragionare secondo i vecchi schemi della “concertazione”, si limita a chiedere si rimettere in piedi quella ritualità, abbassando ovviamente il prezzo delle proprie “pretese”. Si può capirlo, perché per mantenere il proprio ruolo di “corpi sociali intermedi”, anche se ormai ridotti costitutivamente alla pura intermediazione tra interessi, hanno bisogno di poter mostrare uno straccio di “risultato” ottenuto grazie alla loro “attività”.

Ma davanti hanno degli alieni scesi da un’astronave, terminali attivi di una logica del tutto diversa e calati sulla terra per imporla. Non ‘cè più la mediazione, ripetono tutti i giorni. “Siamo in una situazione d’emergenza” – ripetono, amplificati da complici decerebrati di un po’ tutti gli schieramenti ­ e quindi quello che vogliamo fare non ha margini di contrattazione.

Soprattutto sul piano del welfare e del lavoro, questi signori sono venuti per distruggere il “modello sociale” del dopoguerra, espanso dal ciclo di lotte degli anni ’70 e progressivamente re-impoverito dalle “politiche dei sacrifici” che a cadenza regolare hanno ricondotto i lavoratori alle soglie degli anni ’50.

Persino Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, chiarisce che il governo ha sì ascoltato le richieste dei sindacati ma, sottolinea, ”non abbiamo ricevuto risposte sulle poche cose sulle quali avremmo voluto discutere”. I dirigenti sindacali hanno in particolare insistito sulla necessità di ridurre i costi della politica, di alzare il tetto delle pensioni da salvaguardare rispetto all’aumento dell’inflazione e di introdurre nella manovra scelte favorevoli alla crescita.

Nel comunicato ufficiale, il governo insiste però nel ricordare l’imperativo che i saldi della manovra devono restare invariati perché ”è la situazione di estrema emergenza finanziaria ad aver indotto alla composizione e alla natura strutturale dei provvedimenti”.

Soltanto le indiscrezioni, dunque, riferiscono che l’esecutivo sia al lavoro per definire un maxiemendamento alla manovra in modo da venire incontro alle richieste dei partiti che lo sostengono. Ma a quesro punto è tutto da dimostrare che non siano “rumors” messi in giro ad arte. Del resto, da un governo di tecnici e banchieri, non ci si può che attendere pratiche da insider.

Nel frattempo la commissione Bilancio della Camera, dove inizierà oggi il confronto sulla manovra del governo, ha valutato inammissibili il 30% dei 1600 emendamenti presentati dai partiti, in particolare dalla Lega. Domani il testo della manovra potrebbe giungere nell’Aula di Montecitorio.

Sul problema del taglio agli stipendi di deputati e senatori, invece, nell’articolo 23 della manovra c’è infatti una norma che prevede l’adeguamento dei compensi dei parlamentari italiani a quello dei loro colleghi europei, ma un grossolano errore costituzionale dei “professori” al governo: anche gli emolumenti, infatti, rientrano tra le prerogative di autonomia del Parlamento rispetto al governo. Altrimenti un esecutivo potrebbe decidere – su questo come su altro – della vita e del ruolo del Parmanento. Lo stesso discorso verrà fatto per tutte le autorità di garanzia.

Sullo sciopero di oggi, invece, poco o nulla da riferire. Soltanto i metalmeccanici (Fiom e Usb) scioperano per l’intero turno (8 ore). Anche alcune Camere del lavoro della Cgil faranno altrettanto. Ma sul piano nazionale lo sciopero dei confederali è si appena tre ore, peraltro a fine turno, in modo da sconsigliare qualsiasi iniziativa di piazza. Previsti al massimo dei presìdi davanti alla Prefetture.

 

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