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Il Pd “concentratissimo” su gay e primarie

Le cronache dell’assemblea nazionale del Pd sono il condensato di una fine. Viviamo in mezzo alla crisi più devastante della storia, siamo governati da poteri che non possiamo e non dovremmo poter controllare, abbiamo messo la democrazia tra parentesi, non sappiamo se l’euro passerà l’esatte o se al ritorno – per chi ha la fortuna di poter fare una vacanza all’estero – troveremo più lo stesso paese o persino il lavoro..

E di che discute il Pd? Di gay e primarie. Ovvero diritti civili – ma nemmeno una parola sull’abnorme sentenza  per i manifestanti di Genova 2001, e comunque senza arrivare a una definizione minimamente civile e condivisa dei diritti stessi  – e tecniche di selezione di una leadership priva di occupazione pratica.

La politica propriamente detta, infatti, è stata avocata dalla troika (Bce, Fmi, Ue). Come gestire il bilancio dello stato, quali politiche sociali mantenere  e quali tagliare, a chi far pagare le tasse e in quale misura, come garantire la riproduzione del sapere e della cultura, come mantenere un livello accettabile si sistema sanitario… Tutto questo è out. Non se ne parla più.

Pensioni, articolo 18 e ammortizzatori sociali? Solo della provocazioni politiche, ti guardano male soltanto se fai una domanda. Figuriamoci se pretendi anche una risposta.

Sembra un’assemblea degli “alleati” berlusconiani o casinisti. Tutti i problemi che “dividono” sono rigorosamente collaterali alla politica oppure molto interni alla possibile distribuzione delle poltrone interne o di quelle istituzionali future. Non diciamo “di governo”, perché sembra scontato che ci sarà “la tecnica” a palazzo Chigi ancora per molti anni.

A questo sono ridotti gli eredi più diretti e culturalmente più “fedeli” del vecchio Pci. Quelli che avevano confuso la conquista del potere con l’ingresso nel sottopotere….

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2 Commenti


  • luciano

    E non dimentichiamoci che lì, si annidano i peggiori “ideologi”del cosiddetto “Nuovo corso dei tecnici,”completamente asserviti ai poteri forti,legati(e non da oggi),a quei circoli reazionari di cui il vicepresidente è il degno rappresentante.Si astengano,perciò,tutti coloro(e non sono pochi),dal proporre costoro come dei potenziali alleati da contrapporre ad un blocco ipotetico di destra!A tal proposito resta di illuminante attualità un bel libro di Marco Revelli dal titolo”Le due destre”dove si indicava chiaramente QUESTA DESTRA,o meglio questa fazione borghese,la più pericolosa e devastante per i lavoratori,quella definita in modo appropriato, tecnocratica.Altro che populismo e macchiettismo berlusconiano,al cospetto di tanta ferocia messa in mostra dagli eredi di Occhetto e Veltroni,il cavaliere risulta essere quasi un neofita!


  • luciano

    Scusate compagni,nel mio commento ho erroneamente indicato il vice presidente di quel partito. Era invece da intendersi il vice segretario.La sostanza non cambia,si tratta pur sempre di avversari a tutto tondo,che, dalla Sinistra come noi la intendiamo,sono lontani anni luce. Saluti

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