Menu

Padoan: “Sfortunatamente abbiamo sbagliato tutti”. Le incredibili reazioni del giorno dopo

“Sfortunatamente tutti abbiamo sbagliato”: l’incredibile dichiarazione rilasciata domenica alla BBC dal ministro dell’economia del governo Renzi, Piercarlo Padoan, non ha suscitato alcun terremoto politico. Anzi i principali commentatori posti sul versante degli economisti hanno deciso che “perseverare diabolicum non est”. Prendiamo ad esempio il “Corriere della Sera”: Giavazzi e Alesina, fin da domenica, puntano sui tagli delle tasse alle imprese e alla riforma del mercato del lavoro (leggi flessibilità=licenziamenti) e PD e Forza Italia oggi si dichiarano pressoché d’accordo. Il responsabile economico del partito democratico, Taddei, si muove piuttosto sul terreno di un ulteriore taglio dello stato sociale; Tabellini propone la “svalutazione fiscale” e un ennesimo aumento dell’IVA e il governo prepara, per i prossimi 29 e 30 Agosto, una “scossa per l’economia”.

Nessuno, insomma, si è fermato almeno un momento a riflettere su dove lorsignori collettivamente hanno sbagliato; nessuno si è fermato almeno un momento a riflettere sui danni immensi fatti, nel corso di questi anni, alle condizioni di vita di milioni e di milioni di cittadine e cittadini, sul disastro provocato al residuo della struttura industriale del Paese, sul pauroso impoverimento generale verificatosi in questo periodo, alle rabbrividenti cifre della disoccupazione e del calo di presenza delle imprese, del fatto che tantissimi stanno rinunciando alle cure mediche e, financo, riducono il cibo.

In questo quadro si sono intensificati i meccanismi dello sfruttamento sui luoghi di lavoro, la precarietà impone la sua legge, migliaia e migliaia di esodati non conoscono ancora la sorte che li attende.

Un bilancio tragico, questo dell’economia italiana nell’ambito dell’austerity di marca UE e ci si limita a dire, di fronte alle cifre che evidenziano il fallimento di un’intera classe dirigente: “ sfortunatamente abbiamo tutti sbagliato”.

Autonomia dell’economico e autonomia del politico si sono incontrate per soffocare ancor di più, sotto la cappa pesante di una governabilità autoritaria  chi sta in basso nella scala sociale e non trova più riferimenti per combattere la propria battaglia di sopravvivenza, per riuscire a rialzare la testa.

Una situazione francamente inaccettabile quella che stiamo vivendo ma che non provoca la reazione adeguata: nel cumulo di ingiustizie non si trova la forza e la capacità morale e politica per reagire adeguatamente.

Dal nostro punto di vista crediamo però di aver capito almeno una cosa: tutte quelle idee di eccesso di ideologia e di identità che hanno tentato di propinarci nel corso degli anni sono idee profondamente sbagliate, acquisite e introiettate dalla propaganda dell’avversario e miranti a farci stare nel canto del minoritarismo.

La sinistra, nel corso del secolo e mezzo che ci separa dalla prima rivoluzione industriale, ha prodotto una mole immensa di teoria e di pratica politica cui fare riferimento, sempre e comunque, analizzando, studiando, aggiornando il nostro bagaglio ma proprio in questi giorni, di fronte a ciò che sta accadendo, ascoltando le parole di questi personaggi, viene da dire che le nostre identità deve poggiare sulle radici della sofferenza e dello sfruttamento per chiamare tutti a ribellarsi, a non soggiacere all’esistente, al lottare per “cambiare lo stato di cose presenti”.

Richiami romantici, di taglio ottocentesco? Ma è alla società dell’ieri, quella descritta da Dickens e da Zola, che i padroni del vapore puntano a tornare per ristabilire, prima di tutto, i rapporti di forza usando tutti i mezzi a loro disposizione.

Tocca a noi fare altrettanto per respingere questo assurdo balzo all’indietro nella storia.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • robberto

    vorrei fare una precisazione in merito all’articolo.l’anomalia non e’ il balzo all’indietro nella storia.come dici nell’articolo.per il sistema capitalista l’ottocento e’ il suo normale svolgimento.l’anomalia e’ stato la socialdemocrazia.la cui parentesi si e’ chiusa.ora siamo al vero volto del capitalismo.non esiste un capitalismo dal volto umano.e’ solo una favola inventata dai padroni.il capitalismo e’ un sistema gerachico patriarcale a piramide in cui un vertice e’ straricco e una base molto ampia muore di fame e non puo’ essere diversamente.o lo si accetta cosi’ com’e’ oppure si abbatte e si sostituisce con il socialismo.il quale pero’ non puo’ garantire i giocattoletti prodotti dal capitalismo.la gente deve scegliere.o i giocattoletti e una vita strappata coi denti o il socialismo senza giocattoletti ma coi diritti garantiti-

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *