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Napoli. Il Pd compra i voti anche alle primarie, caos nel “partito”

Ultim’ora. La portata dello scandalo cresce con il passare delle ore. E quindi anche Bassolino sta soppesando diversamente la situazione, Diverse riunioni dei suoi collaboratori, con l’ex sindaco e “governatore” regionale, sembrano preludere alla presentazione di un ricorso contro il risultato delle primarie truccate. 

Ore 14.30  La portata dello scandalo cresce con il passare delle ore. E quindi anche Bassolino sta soppesando diversamente la situazione, Diverse riunioni dei suoi collaboratori, con l’ex sindaco e “governatore” regionale, sembrano preludere alla presentazione di un ricorso contro il risultato delle primarie truccate. 

Intanto, la Procura di Napoli apre un’indagine conoscitiva. Nessuna ipotesi di reato al momento. Il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino acquisirà il video di Fanpage.it

.Il Pd convoca la direzione nazionale per affrontare il “nodo Napoli”. Si fa avanti così una certezza: di vincere le amministrative, qui come a Roma, non se ne parla proprio…

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Il nuovo che avanza, a Napoli, si chiama compravendita dei voti. Si sta parlando delle primarie del Pd, che proprio a Napoli, in controtendenza con il resto delle città, avevano fatto segnare un sorprendente aumento della partecipazione rispetto all’anno prima (quando si doveva votare per le regionale e bisognava “plebiscitare” De Luca).

Ora un servizio molto documentato di Fanpage mostra come – fuori dai gazebo o dai locali destnati al cosiddetto voto – abbiano stazionato per tutta la giornata personaggi che retribuivano, all’uscita, una parte dei “votanti”. Prezzo basso, diciamolo subito: un euro appena, quello necessario – al “seggio” – per avere la scheda e indicare il nome prescelto. Insomma, io te lo voto pure il tuo candidato, ma mica pretenderai che paghi io…

I quartieri sono ovviamente quelli più sgarrupati, dove vive una popolazione che ha bisogno di tutto e dove è più facile – lo faceva già Achille Lauro, con i pacchi di pasta o le scarpe spaiate – distruggere alla radice il meccanismo democratico mediante il agamento della “prestazione”. Scampia, Piscinola, San Giovanni a Teduccio.

Tra i personaggi addessti alla distribuzione delle monetine anche alcuni consiglieri comunali e consiglieri municipali del Pd. Tra loro si riconoscono facilmente anche Antonio Borriello, consigliere comunale Pd, ex bassoliniano di ferro. Uno abituato alle capriole politiche, comunque, tanto da firmare per la candidatura di Bassolino e poi sostenere Valeria Valente. Nella sua zona, Sa Giovanni a Teduccio, la Valente ha vinto nettamente, surclassando tutti.

Borriello, interpellato dopo la diffusione del video, si è difeso con improntitudine professionale: “L’ho fatto per non essere scortese come partito. Faceva freddo, erano venuti lì, non avevano l’euro e così gliel’ho dato io, ma l’ho fatto davanti a tutti, mica di nascosto”.

Anche il segretario del Pd in città, Venanzio Carpentieri, cera di minimizzare: “Credo si sia trattato di episodi da condannare senza mezzi termini ma isolati e che non hanno influito sulla regolarità complessiva del voto”. Una cazzata mostruosa, visto che lo scarto tra la Valente e Bassolino è stata, alla fine, di appena 452 voti.

Bassolino pare che non avanzerà ricorso. Conosce le regole del gioco, sa benissimo che non può e non vuole fare il “Cofferati napoletano” (l’ex segretario della Cgil, battuto dalla Paita in Liguria, aveva poi promosso una lista alternativa a quella del Pd). Probabilmente starà pensando a come capitalizzare questo scandalo in termini di peso politico nel prosieguo della campagana elettorale ed eventualmente in sede di attribuzione delle poltrone (nel caso, a questo punto davvero improbabile, che il Pd riuscisse a scalzare Luigi De Magistris). La strategia proposta ricalca quella renziana, del resto. Ossia prendere voti al centro (a sinistra non c’è più spazio), allearsi con gli alfaniani di Area Popolare e poi – nel caso si riesca ad arrivare al ballottaggio – cercare di avere i voti berlusconiani (il candidato è Lettieri) per battere “Giggino”, fin qui ampiamente in testa nei sondaggi.

Una sola constatazione finale: se fuori ai “seggi” il Pd è stato costretto a mandare consiglieri straconosciuti, vuol dire quanto a “militanza” stanno ridotti veramente male…

 

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