Menu

“La partita del referendum è strategica, non rischiamo l’autogol…”

Intervista a Davide, del Collettivo Militant, realizzata da Radio Città Aperta

Il 4 dicembre – ormai sembra una data certa – è importante proprio per l’agibilità democratica di questo paese. Come Collettivo Militant siete d’accordo su questo tipo di giudizio?

Sì. Pensiamo che la posta in gioco sia esattamente questa. La lettura che diamo noi è che il passaggio del 4 dovrebbe suggellare, agli occhi di Renzi e di chi ha pensato questa riforma, la trasformazione in senso neoliberista della Costituzione italiana e quindi è in gioco anche quella democrazia formale e borghese che dovrebbe essere alla base dell’ordinamento statale, almeno per come ce la raccontano. Noi diciamo che il nodo della questione sta proprio da una parte nella centralizzazione che avviene con la riforma del titolo V e quindi con il passaggio di molti poteri dalle regioni allo Stato; e, dall’altra parte, con l’esecutivizzazione, cioè lo spostamento del potere decisionale dal Parlamento al governo. In realtà questa cosa è già avvenuta materialmente, nel senso che nel corso degli ultimi 30 anni c’è stato un progressivo passaggio di fatto di poteri dal Parlamento al governo. Questa riforma sancirebbe, formalizzerebbe questo passaggio. Non so se sono stato abbastanza chiaro.

 

Perfettamente chiaro, siamo d’accordo con questa analisi. Quella che tu chiami esecutivizzazione, ossia il voler togliere di torno come orpelli novecenteschi tutti i passaggi, tutte le garanzie che erano state pensate per ostacolare derive autoritarie, plebiscitarie, populistiche, visto che siamo anche in tempi di questo tipo… Tra l’altro Militant ha prodotto una delle migliori analisi brevi ma piccanti – il famoso cor(ro)sivo della Militant – sulle elezioni di Trump. Anche sul referendum c’è questo rischio di lettura illusoria del reale qui in Italia? Quella che tu chiami esecutivizzazione appare come un deficit di democrazia sempre più evidente, e si sa che i deficit di democrazia vanno sempre a discapito delle classi più deboli. Invece viene raccontato come un innovativo e doveroso passaggio verso una politica meno burocratizzata…

Sì… Si è innescato, secondo noi, un corto circuito mediatico non indifferente. Inizialmente, il tentativo da parte del governo era quello che dicevi tu: proviamo a contrapporre al vecchio e farraginoso sistema l’idea del “nuovo” e quindi una democrazia più smart, più veloce, efficace, funzionale, capace di rispondere ai mercati in tempo reale. La narrazione era: il vecchio sistema politico è per la conservazione, noi, che siamo i rottamatori, che siamo il nuovo, siamo invece per la trasformazione e per la velocizzazione. In realtà, però, si è innescato un meccanismo che per certi versi ha molto a che fare con quello che è successo negli Stati uniti, o comunque che sta succedendo a livello planetario. Questa narrazione mediatica viene ribaltata dai ceti subalterni. Complice anche il fatto che Renzi ha fortemente personalizzato, fin dall’inizio, la competizione referendaria, è stato subito percepito in realtà come un plebiscito, o almeno come un referendum sul governo e su Renzi, sostanzialmente. Per cui si è creato un paradosso palese, in assoluto contrasto con la narrazione ufficiale: alcuni sondaggi usciti la scorsa settimana riferivano che il NO prevaleva soprattutto nell’elettorato giovanile, mentre il sì era prevalente solo tra gli over 65, ecc. ..

 

Sì, avevamo notato questa cosa…

Il Sì è prevalente fra le persone più anziane. E’ questo corto circuito che secondo me – con tutti i gesti scaramantici del caso – fa ben sperare per il risultato del 4. Nonostante l’intero sistema mediatico mainstream sia indirizzato per il sì, nonostante tutte quante le elite economiche, culturali, dello show business, ecc, siano orientate per il sìinsomma, la sensazione, la percezione è che invece a livello popolare lo strumento referendario possa essere utilizzato come una clava contro il governo, contro Renzi, ecc. Almeno questa è la speranza, è il modo per noi di provare ad animare queste ultime settimane di campagna referendaria. Spingere su questo perché è la cosa che più funziona come strumento.

 

Un'ultima domanda. In questi ultimi giorni, in realtà non è mai diminuita l’intensità della repressione poliziesca nei confronti del movimento, dei movimenti antagonisti. Ritieni che possa essere anche questo uno strumento per inibire la partecipazione, le iniziative di piazza che servono proprio a questo, a contare nel modo corretto e a lavorare nel modo corretto sui contenuti del referendum per il NO? Abbiamo visto che ultimamente i manganelli hanno ripreso ad essere agitati con una certa frequenza, negli ultimi giorni…

Beh certamente sì, questa cosa c’è e proprio per questo, secondo me, noi dobbiamo fare uno sforzo di, diciamo così, di maturità e di intelligenza politica in questa fase. Nel senso non regalare mai, in nessun modo e in nessun caso, la possibilità al governo di utilizzare questo strumento. Io penso che proprio perché la posta in palio è strategica, sostanzialmente, non può essere affrontata come una questione come le altre. Su questo si decidono alcuni equilibri con cui saremo poi chiamati a confrontarci nei prossimi anni. Secondo me, noi dovremmo avere la lungimiranza, la capacità, l’intelligenza in questa fase di evitare in ogni modo di fornire il pretesto di questo tipo di, diciamo così, di contropropaganda o di propaganda nei nostri confronti. Cioè penso che da qui al 4 bisognerà essere molto intelligenti e molto maturi, evitando, appunto clamorosi autogol. Per usare una metafora calcistica, nel momento in cui sembra di essere in vantaggio, piuttosto che esporci al contropiede avversario, conviene gestire il possesso palla e far fare a lui le mosse sbagliate, sostanzialmente. Non so se sono stato abbastanza chiaro

 

Ottima metafora. Noi ti ringraziamo, magari avremo anche modo di confrontarci ancora con Militant su quanto avverrà in queste ultime due tre settimane che ci separano dall’appuntamento. Per il momento ti ringraziamo per la disponibilità e la puntualità dell’intervento,

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *