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Sulla “compagna” cocaina

Non me ne vogliate ma penso che il problema sia più serio di quanto si pensi. E vi chiedo scusa se ci ritorno ma molti sottovalutano il tema. Se la cocaina entra dentro i nostri spazi, dentro i collettivi, dentro le nostre relazioni finisce nel tempo per prevalere politicamente.

Prevalere perchè diventa una compagna che ritrovi nei concerti, nel prima e dopo serata. Di lei non se ne parla mai troppo nelle assemblee perché qualcuno c’è più o meno amico, perché lei poi non è che fa i danni dell’eroina.

Finisce così, per essere una di noi, e alla fine conosce tutti. Perché con lei si ragiona bene, ci si diverte e a volte ci porta anche a fare delle grandi intuizioni.

A volte mette insieme anche i peggio fascisti del quartiere con i migliori compagni, e li tiene buoni amici, perchè alla fine sai che c’è? Che se alzi troppo il livello rischi di metterti contro molti dei nostri e dei loro. E così, pippata dopo pippata, si diventa un po come tutti gli altri.

Ed anche i nostri posti a pensarci bene rischiano di diventare come tutti gli altri posti dove lei alla fine prevale. Prevale perchè ci mette l’uno contro l’altro, isolandoci come se non bastasse la vita di merda che questo sistema ci costringe a fare tra richiesta di prestazioni ed ansia sociale. Noi possiamo perdere le battaglie, ma non possiamo permetterci di smettere di farci le domande che sono necessarie.

Chi si avvantaggia del traffico di cocaina?

Cosa sta provocando e cosa ha provocato nelle strade la diffusione di questa sostanza? Domandarselo è il miglior modo per trovare le risposte politiche.

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Il tema è ovviamente enorme e in materia si possono trovare decine di testi molto chiarificatori sul legame tra diffusione delle droghe pesanti e dissoluzione dei movimenti collettivi di protesta. Per chi, fortunatamente, è molto giovane consigliamo intanto alcune letture, che ricostruiscono la prima grande offensiva imperiale contro i movimenti:

L’Operazione “Blue Moon”

Operazione Blue Moon/2. La guerra non ortodossa in Italia

 

Operazione Bluemoon: eroina di Stato in nome della “pace sociale”

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