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Roma. Il giudice degli sfratti a valanga è finito in carcere, per associazione a delinquere

Sembra quasi una canzone che Fabrizio De Andrè non ha avuto il tempo di scrivere. Un giudice severissimo nell’ordinare gli sfratti contro famiglie in difficoltà abitativa è finito in manette per associazione a delinquere.

Il dott. Nardi dal 2012 è in servizio al Tribunale di Roma. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari per fatti commessi quando però era in servizio a Trani. Il dott. Nardi ed un altro magistrato, il dott. Savasta, secondo l’accusa avrebbero garantito esiti processuali positivi in diverse vicende giudiziarie e tributarie in favore degli imprenditori coinvolti in cambio di ingenti somme di danaro e, in alcuni casi, di gioielli e diamanti. Gli imprenditori avrebbero pagato per i favori ricevuti e gli avvocati avrebbero svolto il ruolo di intermediari e facilitatori.

La vicenda non è ovviamente sfuggita a chi, contro le sentenze di sfratto firmate dal dott. Nardi, ha dovuto fare i conti da anni. Anche e soprattutto chi ha sostiene la legittimità degli sfratti come affermazione della “legalità”.

Su questo vi rinviamo al comunicato dell’Asia-Usb:

Donne sole con bambini, anziani, persone con gravi problemi di salute e tante famiglie a basso reddito sono state buttate in mezzo alla strada in questi anni da un giudice, il sostituto procuratore Michele Nardi, assegnato al Tribunale di Roma dal 2012, arrestato lunedì per corruzione ed associazione a delinquere per fatti commessi quando era in servizio presso il Tribunale di Trani.
È proprio lui, infatti, il giudice “solerte” al quale ricorrevano la Direzione per gli Interventi Alloggiativi del Comune di Roma ed il suo direttore Aldo Barletta per eseguire gli sgomberi dalle case popolari. Una lista di migliaia di persone considerate “occupanti abusivi”, che senza alcuna valutazione delle reali condizioni economiche, sono state messe per strada, spesso utilizzando procedure d’urgenza pur in presenza di situazioni conclamate da anni.
Da tempo denunciamo l’accanimento contro persone in evidente difficoltà esercitato dal Comune di Roma ed in particolare dagli uffici sotto la direzione del dott. Barletta. Ora scopriamo che il magistrato dietro il quale si copriva il funzionario del Comune è un pm che il gip di Lecce definisce “persona senza scrupoli che utilizza il lavoro di magistrato per spremere quante più utilità possibili”. È  ora che l’amministrazione comunale si decida ad intervenire per mettere fine a questa pagina di vergogna per la vita della nostra città.

 

 

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1 Commento


  • Vincenzo

    Sarebbe ora che chi di competenza incominciasse a intervenire politicamente nei confronti di questa parte marcia di magistratura

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