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Roma. Sgomberano le case e poi lasciano la gente in mezzo alla strada

Come prevedibile, lo sgombero del palazzone in Piazza Indipendenza, occupato quattro anni fa da rifugiati eritrei e somali, sono più i problemi e le tragedie che sta provocando che le soluzioni. In pratica il fallimento di Comune e Prefettura di fronte alla miopia delle proprie scelte in materie di occupazioni abitative. Dopo lo sgombero effettuato con un ingente spiegamento di polizia la scorsa settimana, adesso ci sono oltre 800 rifugiati sgomberati e che sono praticamente in mezzo alla strada, tanto che alcuni – lì dove c’erano minori – sono stati fatti rientrare mentre altri si sono accampati nei giardini di Piazza Indipendenza. “Il Comune si è visto quasi niente fino a oggi – racconta all’Askanews Sonia Manzi di Baobab Experience -. Due sporadici passaggi della Sala di intervento sociale, poi, oggi, arrivano le solite promesse”.

Secondo gli attivisti solidali con gli occupanti e i volontari che danno una mano “in queste ore si vive il replay degli sgomberi del Baobab in via Cupa e della stazione Tiburtina: si annunciano tavoli, si raccolgono dati, ma le strutture ricettive della città sono piene, non ci sono risorse ne posti per i duecento che sosteniamo noi da mesi, figuriamoci per questi. Speriamo che i fatti ci smentiscano ma la paura in tutti c’è ed è molto concreta”, continua Sonia. Delle ottocento persone che stavano nello stabile di p.za Indipendenza, molte hanno già fatto da sè: “si sono ridistribuite nelle altre occupazioni – continua Sonia -. Ci preoccupano i più deboli: stanotte ho trovato donne anziane dormire in strada e senza le proprie cose visto, che sono stati fatti uscire tutti di corsa senza poter prendere nulla che non fosse sotto mano”.

La rete d’accoglienza romana, inoltre, ha un problema organizzativo specifico: “non esistono in città le strutture per famiglie – sottolinea Sonia – quindi non è vero che i rifugiati rifiutano l’aiuto pubblico, come pure viene detto in queste ore. Molte donne vengono messe di fronte alla scelta di migrare ancora, o di separarsi dai loro uomini per dare un tetto ai figli. Una scelta non solo inumana ma illogica – conclude – visto che lascia in strada, nella migliore delle ipotesi, centinaia di uomini aventi diritto, e nella peggiore, anche le loro mogli e i figli se non accettano di dividersi”.

Da mesi vengono sgomberate sia occupazioni abitative sia spazi abbandonati occupati da rifugiati e migranti (spesso bloccati in Italia dalla tagliola del Trattato di Dublino) ma senza alcuna soluzione alternativa. Si manda la polizia, si sgombera, la gente finisce in mezzo alla strada in attesa che “scompaia” alla vista, i palazzi tornano vuoti, abbandonati, inutilizzati e le istituzioni se ne fregano totalmente.

 

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