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Legittima difesa. Una legge da “Stato minimo”

Nel paese che ha il numero di poliziotti procapite tra i più alti al mondo – l’Italia – la “protezione” dei cittadini viene affidata a loro stessi e, sulla base della legge in via di approvazione, con un nuovo e margine di arbitrio. Sulla legittima difesa si sta realizzando lo stesso processo di altri ambiti. Il patto tra Stato e cittadini prevede uno scambio tra il pagamento delle tasse e la restituzione in servizi. Ma se lo Stato dichiara di non avere le risorse, i cittadini pagano le tasse ma poi devono curarsi a spese loro, devono studiare o predisporsi la pensione a spese loro etc. Lo Stato ormai assicura solo il minimo, e se possibile anche meno. Il fatto che in Italia ci siano più poliziotti per numero di abitanti di ogni altro paese europeo, non assicura che la “protezione” (servizio dello Stato pagato con le tasse dei cittadini) arrivi fin nelle case. Ragione per cui ognuno le difende con armi proprie e faccia fuoco sui soggetti ritenuti ostili senza troppi patemi.

La Camera dei deputati si appresta ad approvare la legge sulla “legittima difesa” fortemente voluta dalla Lega, ma la cosa sta provocando – e meno male – contraddizioni e resistenze tra i parlamentari del M5S. Alcuni deputati del Movimento 5 Stelle stanno cercando di ostacolare l’approvazione della legge sulla legittima difesa. Ieri, durante il dibattito alla Camera sul provvedimento fortemente voluto dalla Lega, ci sono stati quindicina di franchi tiratori – quasi certamente tutti grillini – hanno sostenuto nel voto a scrutinio segreto l’ emendamento del Pd che puntava a eliminare dal testo la parola “sempre”, che di fatto avrebbe bloccato la modifica cardine dell’ articolo 52 del codice penale, secondo cui in base alla legge in via di approvazione “sussiste sempre il rapporto di proporzione” tra offesa e difesa.

Ma la maggioranza, come prevedibile, non ha incontrato problemi: i voti contrari all’ emendamento sono stati 366, quelli favorevoli 125. Ma osservando nel dettaglio i tabulati della votazione, si rileva che 92 voti favorevoli sono stati del Pd, 12 di Leu e 6 (molto probabilmente) del gruppo misto: il totale fa 110, a cui vanno aggiunti 15 dissidenti, che evidentemente non appartengono alla Lega. Inoltre ci sono stati 25 deputati M5S che non hanno preso parte al voto, e nessuno di questi risultava “in missione”. Salvini si è detto sicuro che il provvedimento verrà approvato oggi dalla Camera. La legittima difesa “è sicuramente una legge della Lega” ma “è nel contratto di governo. Io sono leale al contratto e si porta avanti e si vota. Non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5s” ha affermato Luigi Di Maio, a Rtl, sottolineando che allo stesso modo “non c’era tutto questo entusiasmo della Lega quando abbiamo votato la legge anticorruzione”.

A creare però altre contraddizioni tra gli alleati di governo c’è un dossier interno dei 5 Stelle, reso noto dall’ agenzia AdnKronos e attribuito al deputato Rina De Lorenzo, che giudica la legge sulla legittima difesa incostituzionale. In esso viene contestato l’ articolo 1 del provvedimento, quello che considera sempre sussistente il rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa. L’ articolo contestato nel tardo pomeriggio ha però ricevuto l’ ok dalla Camera. Via libera anche all’ articolo 2, che inserisce tra le cause di non punibilità chi si è difeso “in stato di grave turbamento”. Tra i punti approvati anche l’ aumento delle pene per i furti in casa e per rapina.

La legge, ha già ricevuto il via libera dal Senato, ma il testo dovrà tornare a Palazzo Madama per la terza e ultima lettura dopo una modifica dovuta a una dimenticanza sulle coperture finanziarie. L’ aula si riunirà per discuterne probabilmente tra il 26 e il 28 marzo.

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